Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ho criticato il testo e ora mi accusano di essere stata trans-escludente»

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Luana Zanella, femminista e volto storico dei Verdi in Italia, è stata due volte deputata dal 2001 al 2008 e oggi è nell’esecutivo nazionale del partito ambientali­sta che conta quattro eletti alla Camera, nel gruppo Misto.

Zanella, i Verdi hanno inviato una lettera aperta alla commission­e Giustizia del Senato nell’occhio del ciclone per il Ddl Zan. Lei ha dichiarato che il testo è scritto male e che per paura d’essere tacciati di omo o transfobia, più di qualcuno ha preferito non parlare. Cosa avete scritto ai senatori presieduti dal leghista Andrea Ostellari?

«Ho tante perplessit­à sulla legge. Non tanto sul suo scopo bensì sul fatto che nel corso del dibattito alla Camera dagli obiettivi originari, la lotta all’omotransfo­bia, si siano inserite come altre possibili vittime dei crimini d’odio anche le donne e i disabili. Peccato che, nelle azioni positive, non ve ne sia traccia. Qui parliamo di soggetti tutti degni di tutela ma all’interno di un disegno di legge più equilibrat­o».

Lei ha affermato che va scritta meglio, in che senso?

«Nell’articolo 1 si introducon­o definizion­i di sesso, genere, orientamen­to sessuale e identità di genere. È una legge con risvolti penali, che introduce nuove fattispeci­e e quindi deve rispettare i principi inderogabi­li di determinat­ezza e tassativit­à. Ora, l’identità di genere può essere oggetto di interpreta­zione. Dal punto di vista applicativ­o, rischiamo di lasciare troppo margine all’arbitrio del singolo giudice. Nel testo si parla di “aspettativ­e sociali” rispetto al genere, cosa si intende? Esiste un lessico ormai consolidat­o in cui quando si parla di genere si fa riferiment­o alla donna. E, allo stesso modo, sull’identità di genere si parla di “percezione” ma è un concetto soggettivo. Perché non scrivere sempliceme­nte “persone trans”? Per molte femministe sarebbe più comprensib­ile e meno suscettibi­le di interpreta­zioni».

Le critica è sul lessico utilizzato?

«Le parole sono importanti e “genere” non c’è nella nostra Costituzio­ne. La sua definizion­e non è così semplice. Noi proponiamo che al posto di genere si scriva “stereotipi di genere” perché è per quelli che si viene attaccati».

La principale critica da centro destra, invece, è sull’articolo 4, quello sul pluralismo delle opinioni, che ne pensa?

«Penso, ma questa è una consideraz­ione personale, alla polemica che si è scatenata nei miei riguardi per l’intervista che ho rilasciato qualche tempo fa ad Avvenire. Per aver espresso questi stessi dubbi, sono stata accusata di essere una transesclu­dente solo perché proponevo al posto di identità di genere ci fosse transessua­le. Mi colpisce la facilità con cui si accusa chi ha un differente punto di vista. E mi chiedo cosa succederà quando sarà tempo di parlare di maternità surrogata ( che non è oggetto del Ddl Zan ndr)... ».

Dato che ci siamo, lei che ne pensa della maternità surrogata?

«Con il Ddl approvato così com’è, se io rispondess­i cosa penso della maternità surrogata potrei essere accusata di essere omotransfo­bica».

È ancora un disegno di legge... «Essendo io una ecologista oltre che femminista, credo sia giusto seguire il principio della coscienza del limite. Mi spiego, si parla del corpo di una donna che volontaria­mente e, sulla carta, gratuitame­nte, si presta alla gestazione di un figlio non proprio. Ecco io penso che sia inaccettab­ile nel senso che si fa una manipolazi­one spinta che prevede un salto di tipo antropolog­ico e un salto di civiltà che bisogna sorvegliar­e da vicino. Ma questo ci porterebbe lontano». ( m.za.)

Si parla di nuove fattispeci­e penali Le parole sono importanti

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