Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sì a Visco e Nouy, no a Renzi e Padoan Veneto Banca, 185 i testi da sentire
Eccezioni respinte: il processo resta a Treviso. Escluse 370 parti civili
TREVISO Veneto Banca, il processo resta a Treviso ed entra nel vivo con l’inizio del dibattimento, lunedì prossimo, quando per primi saranno sentiti gli uomini della Guardia di Finanza di Roma che avviarono le indagini. Ma nonostante il taglio di 47 testi della difesa, portati dal tribunale da 205 a 158, se si aggiungono i 27 chiamati dei pm Massimo De Bortoli e Gabriella Cama, sul banco testi dovranno salire in 185. Come dire che, anche con un tour de force di quattro testi a udienza, nelle 10 fino a luglio si esauriranno 40 testi. E procedendo a quel ritmo, e a quattro udienze al mese, ce ne vorranno altri otto, da settembre, per arrivare in fondo, con la prescrizione che sui reati inizierà a scattare a novembre e si chiuderà in primavera.
Basta per capire quanto sarà difficile portare a termine il processo per il crac di Veneto Banca, in corso al Tribunale di Treviso, con unico imputato a rispondere di ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto: lo storico amministratore delegato Vincenzo Consoli. Ieri la corte presieduta da Umberto Donà (giudici: Carlotta Brusegan e Alberto Fraccalvieri) si è pronunciata sulle eccezioni della difesa di Consoli (ieri in aula), Ermenegildo Costabile e Raffaella Di Meglio, confermando nella sostanza le decisioni assunte nella fase preliminare dal giudice Gianluigi Zulian.
Ma l’interesse va alla lista dei testimoni, definita dai giudici nel pomeriggio, dopo un’ora e mezza di sosta, per dirimere tra le richieste dell’accusa, che aveva chiesto di dimezzare i duecento testi della difesa, e quest’ultima a spiegare la scelta: «Siamo in un processo con un unico imputato a cui l’accusa contesta di esser stato il dominus - ha sostenuto l’avvocato Raffaella Di Meglio -. Bisogna entrare nei meccanismi di Veneto Banca, tra cda, collegi sindacali e aree. E poi, a differenza del processo di Popolare di Vicenza, qui la questione dei crediti è fondamentale».
Sulla base delle scelte dei giudici, c’è già un primo quadro di chi ci sarà e chi no. Esclusi subito l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi e il suo ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, all’epoca della tanto discussa legge di trasformazione delle grandi popolari in spa; esclusi anche l’ex sottosegretario Enrico Zanetti, il parlamentare vicentino Pierantonio Zanettin e il consigliere regionale Antonio Guadagnini; e anche il leader del coordinamento don Torta, Andrea Arman.
Poi i giudici hanno fatto passare il taglio riducendo i testimoni per gruppi omogenei (Kpmg, Bce, Bankitalia, Consob, Bim, Apulia e Boston Consulting). Così ci saranno i presidenti, Massimo Lanza, l’ultimo di Atlante, e quello del cda precedente, Stefano Ambrosini, e quello storico, Flavio Trinca, indicato dall’accusa. E potrebbe esserci anche Francesco Favotto, infilato però tra gli 11 testi di Bce, da cui la difesa ne sceglierà 6. E tra i nomi possibili di Banca d’Italia (se ne prenderanno 9 su 18) si va dal governatore Ignazio Visco, ai direttori generali Fabio Panetta e Federico Signorini, all’ex capo della vigilanza, Carmelo Barbagallo. Tra i nomi in elenco ci sono quelli di Danièle Nouy, capo della vigilanza della Banca centrale europea, di Roberto Meneguzzo di Palladio Finanziaria, degli imprenditori Bruno Zago, Giuseppe Stefanel e Gianfranco Zoppas, che fu membro del cda, di Giovanni Schiavon, Carlotta De Franceschi e Matteo Cavalcante, che furono nel cda di Ambrosini.
In mattinata, con un’ordinanza, il tribunale aveva rigettato il trasferimento del procedimento a Trento. Il legittimo impedimento sollevata dalla difesa, di fronte a due giudici in servizio a Venezia risultati azionisti, non è sufficiente per il tribunale a qualificarli come danneggiati, criterio che va dimostrato in concreto, «almeno con qualche iniziativa» da loro presa. Respinte anche le eccezioni di nullità dell’udienza preliminare per il legittimo impedimento, non riconosciuto dal Gup Zulian di fronte all’avvocato Costabile risultato positivo al Covid e per l’indeterminatezza delle accuse.
Ma l’ordinanza del tribunale ha però anche accolto la richiesta della difesa di Consoli, escludendo 370 parti civili (ridottesi a 500) che avevano firmato nel 2017 la transazione tombale con cui Veneto Banca aveva restituito il 15% del valore delle azioni. L’altro elemento rilevante riguarda la conferma dell’esclusione di Intesa Sanpaolo a rispondere dei danni civili, con cui il tribunale ha confermato la decisione già presa dal Gup Zulian