Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dante jazz e rock rivisto da Ottolini per «Inferno»

Il film «Inferno» (1911) sonorizzat­o da Ottolini. Il compositor­e veronese: «Ho mescolato Hendrix e Mingus»

- Verni

Èun Dante jazz-rock quello pensato da Mauro Ottolini per la sonorizzaz­ione di Inferno. Il nuovo progetto del trombonist­a e comp o s i t o r e veronese, nell’anniversar­io dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, offre una nuova vita al capolavoro del cinema italiano realizzato dal regista Francesco Bertolini nel 1911. Tutto è nato nel 2016 da Alessandro Anderloni, direttore del Lessinia Film Festival, che chiese al jazzista di sonorizzar­e dal vivo il film Inferno come evento della rassegna cinematogr­afica. Cinque anni più tardi, Ottolini (sempre assieme ad Anriguarda derloni) decide di riprendere in mano il progetto, rivoluzion­andolo. «Ho rivisto l’organico togliendo le tastiere e aggiungend­o i fiati per creare la giusta atmosfera anche con l’aiuto di strumenti giocattoli, theremin e conchiglie che nell’antichità erano usate per comunicare con i defunti – spiega Ottolini - per quanto

le musiche ho composto nuovi brani e ne ho arrangiati altri che hanno un legame musicale con l’inferno o il diavolo: c’è la canzone dedicata a Caronte del chitarrist­a blues Skip James, un brano di Jimi Hendrix, uno di Mingus da “The Black Saint and the Sinner Lady”, e perfino la composizio­ne che Ludwig van Beethoven aveva scritto per il suo funerale». Inferno è una pietra miliare del cinema italiano; il primo film al mondo di così elevato valore letterario e artistico e il primo lungometra­ggio dove venivano utilizzati in maniera audace effetti speciali cinematogr­afi e teatrali. «È un film straordina­rio che tutti dovrebbero vedere: la copia restaurata dalla Cineteca di Bologna è uno spettacolo – continua il musicista - il lungometra­ggio, come ogni film muto, è nato senza musica. Ogni tanto attribuisc­ono ad esso delle musiche ma non sono nate come colonna sonora. Ho ascoltato

tantissime versioni di sonorizzaz­ione dell’Inferno, compresa una dei Tangerine Dream, ma la mia ha una matrice jazz-rock, con degli echi gospel e di classica». Altra novità nel nuovo Inferno di Ottolini è la presenza sul palco, oltre che dei Sousaphoni­x, di un attore come Anderloni. « Dante è quasi un nostro compaesano, visto che vivo vicino al Mincio e che la Commedia cita proprio questi luoghi – sottolinea Ottolini - con Anderloni abbiamo deciso di aggiungere alcuni testi, senza cadere nel didascalic­o, ma dando il giusto equilibrio tra parola, musica e immagini. Il rischio con Dante, è che la parola prevalga sul tutto».

Lo spettacolo, normative anti-Covid permettend­o, girerà l’Italia durante l’estate con, al momento, una sola tappa veneta fissata il 30 agosto a Rovigo (www.facebook.com/maurottoli­nijazz). Inferno sarà poi pubblicato anche come cd. «L’idea è che esca un album di Inferno – assicura il trombonist­a - stiamo cercando di capire come fare, ma sono sicuro che prima o poi un disco vedrà la luce se non fosse altro per l’impegno che io e i miei musicisti abbiamo messo in questo progetto. La grande difficoltà è stata fare a meno delle basi e suonare tutto dal vivo in maniera che non si perdesse la sincronizz­azione con le immagini».

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Mauro Ottolini e i suoi musicisti durante la sonorizzaz­ione di «Inferno», il nuovo progetto del trombonist­a e compositor­e veronese in occasione dei 700 anni dalla morte del poeta. Il film è stato realizzato da Francesco Bertolini nel 1911
Note e immagini Mauro Ottolini e i suoi musicisti durante la sonorizzaz­ione di «Inferno», il nuovo progetto del trombonist­a e compositor­e veronese in occasione dei 700 anni dalla morte del poeta. Il film è stato realizzato da Francesco Bertolini nel 1911

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