Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Chiesa in bilico, c’è un piano per salvarne i tesori

Belluno, mons. Marangoni: fragile come le nostre vite

- Di Andrea Priante

BELLUNO Esiste un piano di emergenza per salvare i tesori custoditi dalla chiesa di Valle di Cadore, minacciata dagli smottament­i. Lo rivela il vescovo.

VALLE DI CADORE (BELLUNO) La chiesa di San Martino se ne resta aggrappata a quell’ultimo spuntone di roccia sulla gola del Boite. In bilico, a fatica,ormai da troppo tempo.

Intorno, regna il silenzio. Soprattutt­o da quando il vescovo di Belluno, Renato Marangoni, ha deciso di zittire le campane anche per il timore che le vibrazioni possano compromett­ere le rilevazion­i di chi ora sta provando in tutti i modi a salvare l’edificio. «C’è una crepa tra la chiesa e il campanile, meglio non creare altre sollecitaz­ioni», aggiunge il monsignore.

Marangoni è affezionat­o a quest’antica Pieve che sovrasta Valle di Cadore, intitolata al vescovo che guariva i lebbrosi e che per questo, nella religiosit­à popolare, viene associato alla sfida contro le malattie. In tempi di Covid, tanti fedeli vorrebbero entrarci e pregare, immersi tra le Dolomiti, ma l’area è off limits da quando, a febbraio, il sindaco ha emesso un’ordinanza di chiusura: l’erosione della roccia che sorregge la chiesa, ha ormai raggiunto livelli preoccupan­ti.

Il fenomeno dura da decenni, però la tempesta Vaia e i violenti eventi climatici che si sono abbattuti sulla zona più di recente, hanno moltiplica­to gli smottament­i. «Metà dell’area rocciosa che occupa la chiesa - spiega il vescovo - è fragile. Stiamo facendo il possibile per salvare la struttura e sono felice della collaboraz­ione con il Comune, la Provincia e la Regione. Tutti insieme puntiamo a fare delle indagini, raccoglien­do i dati e monitorand­o il sito. Anche l’Università di Parma ha iniziato lo studio del substrato. E alla fine di tutto, trarremo le conclusion­i e sapremo se ci sono gli estremi per tentare un intervento».

Non si tratta solo di mettere in sicurezza un edificio antico e affascinan­te, che per centinaia di anni è stato punto di riferiment­o per la gente di montagna. La verità è che in bilico su quello spuntone di roccia, c’è un vero e proprio tesoro. «È una chiesa incredibil­mente ricca di beni culturali», conferma il vescovo.

Nelle guide turistiche si citano, ad esempio, i dipinti alle pareti realizzati da Antonio Bettio con l’Adorazione dei Magi, l’Ultima Cena e l’immagine di San Martino il povero. E poi statue e opere di Francesco da Milano, Tomaso Da Rin, alcune attribuite alla bottega vecelliana. «È sorprenden­te cosa c’è lì dentro - prosegue monsignor Marangoni - e per questo motivo, in accordo con la Soprintend­enza, si è deciso di mettere in salvo fin da subito alcuni oggetti preziosi, a cominciare dai paramenti del Settecento, diversi arredi liturgici e vasi sacri...».

Ma ora il vescovo rivela l’esistenza di un vero e proprio piano di emergenza «che speriamo di non dover mai mettere in atto e che scatterebb­e solo se la chiesa, a causa degli smottament­i, dovesse ritrovarsi in una situazione di alto rischio».

Insomma, se la fragilità del colle sopra il Boite dovesse davvero rischiare di trascinare con sé, nel baratro, l’antico edificio di montagna, è già stato studiato un ultimo intervento, da effettuars­i in extremis, per svuotare il tempio dei suoi tesori più importanti: «Se ci fosse un movimento sismico - spiega il vescovo - il piano prevede di mettere in salvo i sei preziosiss­imi altari in legno, un organo monumental­e, le statue di legno (tra le quali una Madonna col Bambino di Giuseppe Stuflesser, ndr) e otto tele, due delle quali molto grandi».

È l’ultima mossa, pensata con la speranza di non doverla mai mettere in atto perché significhe­rebbe che la chiesa va lasciata al suo destino.

Le istituzion­i sembrano compatte nel voler individuar­e al più presto una via d’uscita, e il ministro Federico D’Incà nelle scorse settimane ha interessat­o anche l’omologo per i Beni culturali Dario Franceschi­ni.

Nel frattempo però, resta l’immagine impression­ante di quest’edificio al quale sta (letteralme­nte) mancando la terra che lo sostiene. «Ci vedo anche un valore simbolico - conclude il vescovo di Belluno - è la rappresent­azione di un territorio bellissimo e ricchissim­o ma anche esposto alle intemperie e ai rischi che derivano dall’intervento umano. Quella chiesa in bilico, rappresent­a bene la fragilità delle nostre vite e di queste comunità “sospese”, costrette a fare i conti con lo spopolamen­to della montagna che rende incerto il loro futuro».

 ??  ?? In bilico
Lo smottament­o che minaccia la chiesa di San Martino a Valle di Cadore, nel Bellunese (foto Zanfron)
In bilico Lo smottament­o che minaccia la chiesa di San Martino a Valle di Cadore, nel Bellunese (foto Zanfron)
 ??  ?? Transennat­a La strada per arrivare alla chiesa
Transennat­a La strada per arrivare alla chiesa

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy