Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Le piante facoltative e i dubbi sull’ombra Gli architetti: abbassare la torre? Si può
I progettisti: supermercato a coop. De Martin: discutiamo finché sarà tutto chiaro
MESTRE La Torre di viale San Marco potrebbe non essere quel trionfo di giardini, piante e alberi che si vede nelle simulazioni. «Bellissima, complimenti – dice la consigliera di maggioranza Maika Canton, Fdi e architetto - La mia preoccupazione è che il progetto degli orti verticali si smonta se il palazzo non è abitato. E l’impatto cambia completamente. La ditta, come garantisce?» domanda. Ieri in commissione Urbanistica ha tenuto banco l’audizione degli architetti Mariano Zanon e Alessio Bolgan, autori del progetto di Genuine-Setten Genesio per realizzare un grattacielo da 6.600 metri quadri e 70 metri e un vicino supermercato da 4.500 metri quadri nell’area dell’ex campo da calcio inquinato della Real San Marco, all’altezza di via Boerio. Le serre idroponiche con tecnologia all’avanguardia e progetto di studio in collaborazione con l’università di Bologna sono il cuore ecosostenibile, estetico ed energetico del progetto. «I vetri sono fotovoltaici, producono energia, smaterializzano la Torre – spiega Zanon – Il verde aumenta il benessere e la produzione di ossigeno, non è un puro ornamento come il Bosco Verticale a Milano». L’intendimento dei progettisti è che le serre vengano comunque realizzate ma sono «un accessorio removibile». Se gli acquirenti non vogliono coltivare aceri giapponesi, pomodori, clematidi o basilico, la lottizzazione potrebbe avere un aspetto simile al complesso realizzato all’ex deposito Actv di via Torino (torre di 80 metri e un edificio basso per supermercato e negozi) ma con un outfit in vetro. I progettisti assicurano che il loro grattacielo può funzionare architettonicamente anche senza il verde e così il consigliere Pd Paolo Ticozzi ha chiesto un rendering. E insieme a Gianfranco Bettin, Venezia Verde Progressista, anche di poter abbassare altezze e cubature. Possibile, bisogna vedere cosa ne pensa il committente, dicono gli architetti. Il presidente della commissione Alessio De Rossi valuterà se chiamare Setten Genesio in audizione per discutere della sostenibilità economica, come chiesto dal «dem» Giuseppe Saccà. Il progetto vale 22 milioni di euro e punta a una qualità dell’abitare di alto livello: « È sfida per il mercato immobiliare», dice Zanon. Anche il lotto commerciale sarà «green», con tetto metà fotovoltaico e metà piantumato. «Ospiterà 2500 metri quadri di supermercato a cura di società cooperative, una caffetteria di 100 metri quadri e un’altra attività di 1.500», annuncia Bolgan. Riprendendo la richiesta del capogruppo della Lega Riccardo Brunello, la commissione ha chiesto di avere un prospetto di quanta ombra creano i 70 metri di altezza della torre in ciascuna stagione e dove, visto che il verde sopra e sotto il palazzo ha bisogno di sole per la fotosintesi. «Non c’è fretta di approvare: discuteremo solo quando tutti gli aspetti saranno chiariti - assicura l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin – L’intento dell’amministrazione è migliorare il progetto». Quello del Comitato cittadino è fermarlo: la petizione che invita l’amministrazione a bloccarlo ieri ha raggiunto le 300 firme. Il quartiere è spaccato da quando la Parrocchia di San Giuseppe nell’edizione del 29 aprile del foglio «Comunità e servizio» ha ospitato un corsivo sul tema: «Mi schiero dalla parte della realizzazione. Viale San Marco dovrebbe uscire parecchio arricchito. Se tutto restasse nei termini previsti, Mestre entrerebbe in un nuovo modo (e mondo) di vivere». Il Comitato contesta che l’opera pubblica annessa alla torre consista nel rifacimento a spese pubbliche del sagrato e il suo ampliamento con una piazza dall’altra parte della strada pavimentando uno spazio verde.
Quartiere spaccato La parrocchia è a favore, il comitato ha raccolto già trecento firme contro