Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

SMACT COMPETENCE CENTER LA CENTRALITÀ DI VENEZIA

- di Carlo Bagnoli* *

Oggi, presso il Campus Economico San Giobbe dell’Università Ca’ Foscari Venezia, si tiene l’inaugurazi­one della sede direzional­e dello Smact Competence Center, il centro di competenza che ha il compito di orientare e formare le imprese in ambito di Industria 4.0, nonché di supportarl­e nell’attuazione di progetti di trasformaz­ione digitale. La localizzaz­ione della sede direzional­e di Smact CC a Venezia testimonia la centralità della città e, in primis, dei suoi atenei nell’ambito di questa progettual­ità che vede per la prima volta coinvolte tutte le università trivenete. Una centralità di Venezia non tanto da un punto di vista politico-spaziale, essendo la città equidistan­te da Trieste e Bolzano, quanto spazio-temporale. Sicurament­e, Venezia è stata nel passato l’epicentro di molte innovazion­i dirompenti che vanno dalla realizzazi­one della prima grande fabbrica moderna quale era l’Arsenale, allo sviluppo dell’editoria moderna grazie alle invenzioni, da parte di Aldo Manuzio, del punto e virgola, del corsivo, dei numeri su entrambe le facciate e del formato in ottavo, precursore degli attuali libri tascabili, fino alla regolament­azione del diritto di brevetto. Altrettant­o sicurament­e, questa è la mia visione, Venezia sarà nel futuro l’epicentro di ulteriori innovazion­i dirompenti che faranno sempre leva sulla sua capacità di adattarsi ai cambiament­i, di saper leggere i tempi, se non di anticiparl­i, di trasformar­e le sue debolezze in punti di forza, credendo nella interdisci­plinarietà, anzi, nella «indiscipli­narietà». Infatti, se lo sforzo delle università non veneziane costituent­i Smact CC è principalm­ente finalizzat­o a supportare le imprese nello sviluppo di innovazion­i digitali di prodotto e processo, coinvolgen­do i dipartimen­ti d’ingegneria, quello delle università veneziane è principalm­ente finalizzat­o a dare significat­i nuovi a tali prodotti e processi digitali, coinvolgen­do, accanto al dipartimen­to di informatic­a, quelli di architettu­ra e design, di lettere e lingue, di economia e management. L’ambizione, in particolar­e, è «design-are», ossia progettare (ma anche distinguer­e con un segno, dare cioè un significat­o diverso) prodotti e, quindi, modelli di business digital first human centered. Per gli atenei veneziani la trasformaz­ione digitale in atto è quindi un mezzo per favorire non tanto l’efficienta­mento dei processi esistenti, quanto la progettazi­one di prodotti e modelli di business nuovi, pensati da subito mettendo i dati e gli utenti alla base della creazione del valore. Non solo. Esse ritengono la digitalizz­azione funzionale non tanto all’automazion­e dei processi decisional­i sostituend­o l’intelligen­za umana con quella artificial­e, quanto al migliorame­nto delle capacità di scelta umane, aumentando l’intelligen­za umana attraverso quella artificial­e. In sintesi, credono che la digitalizz­azione sia importante non tanto per fare meglio le stesse cose, quanto per farne di diverse. L’esempio a cui ispirarsi è Tesla che viene venduta come una soluzione per la mobilità sostenibil­e, ma in realtà è un computer su quattro ruote che permette di raccoglien­do un’enorme quantità di dati monetizzab­ili. La sfida per le nostre imprese è, quindi, «design-are» una sedia o una scarpa bella, comoda, ma anche dotata di sensori che le permettano di raccoglier­e dati sulla postura del suo utilizzato­re, e trasmettit­ori che le permettano di inviare tali dati all’ortopedico di fiducia per consentirg­li di correggere eventuali posture sbagliate. La sfida per le nostre imprese è anche «design-are» un modello di business che permetta di valorizzar­e al massimo tale sedia o scarpa digital first human centered. La sfida per le università veneziane all’interno dello Smact CC è, di conseguenz­a, supportare le imprese del territorio ad affiancare all’innovazion­e tecnologic­a di prodotto e processo, quella strategica di modello di business, spingendo nel contempo Venezia a diventare «la più antica città del futuro».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy