Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
SMACT COMPETENCE CENTER LA CENTRALITÀ DI VENEZIA
Oggi, presso il Campus Economico San Giobbe dell’Università Ca’ Foscari Venezia, si tiene l’inaugurazione della sede direzionale dello Smact Competence Center, il centro di competenza che ha il compito di orientare e formare le imprese in ambito di Industria 4.0, nonché di supportarle nell’attuazione di progetti di trasformazione digitale. La localizzazione della sede direzionale di Smact CC a Venezia testimonia la centralità della città e, in primis, dei suoi atenei nell’ambito di questa progettualità che vede per la prima volta coinvolte tutte le università trivenete. Una centralità di Venezia non tanto da un punto di vista politico-spaziale, essendo la città equidistante da Trieste e Bolzano, quanto spazio-temporale. Sicuramente, Venezia è stata nel passato l’epicentro di molte innovazioni dirompenti che vanno dalla realizzazione della prima grande fabbrica moderna quale era l’Arsenale, allo sviluppo dell’editoria moderna grazie alle invenzioni, da parte di Aldo Manuzio, del punto e virgola, del corsivo, dei numeri su entrambe le facciate e del formato in ottavo, precursore degli attuali libri tascabili, fino alla regolamentazione del diritto di brevetto. Altrettanto sicuramente, questa è la mia visione, Venezia sarà nel futuro l’epicentro di ulteriori innovazioni dirompenti che faranno sempre leva sulla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti, di saper leggere i tempi, se non di anticiparli, di trasformare le sue debolezze in punti di forza, credendo nella interdisciplinarietà, anzi, nella «indisciplinarietà». Infatti, se lo sforzo delle università non veneziane costituenti Smact CC è principalmente finalizzato a supportare le imprese nello sviluppo di innovazioni digitali di prodotto e processo, coinvolgendo i dipartimenti d’ingegneria, quello delle università veneziane è principalmente finalizzato a dare significati nuovi a tali prodotti e processi digitali, coinvolgendo, accanto al dipartimento di informatica, quelli di architettura e design, di lettere e lingue, di economia e management. L’ambizione, in particolare, è «design-are», ossia progettare (ma anche distinguere con un segno, dare cioè un significato diverso) prodotti e, quindi, modelli di business digital first human centered. Per gli atenei veneziani la trasformazione digitale in atto è quindi un mezzo per favorire non tanto l’efficientamento dei processi esistenti, quanto la progettazione di prodotti e modelli di business nuovi, pensati da subito mettendo i dati e gli utenti alla base della creazione del valore. Non solo. Esse ritengono la digitalizzazione funzionale non tanto all’automazione dei processi decisionali sostituendo l’intelligenza umana con quella artificiale, quanto al miglioramento delle capacità di scelta umane, aumentando l’intelligenza umana attraverso quella artificiale. In sintesi, credono che la digitalizzazione sia importante non tanto per fare meglio le stesse cose, quanto per farne di diverse. L’esempio a cui ispirarsi è Tesla che viene venduta come una soluzione per la mobilità sostenibile, ma in realtà è un computer su quattro ruote che permette di raccogliendo un’enorme quantità di dati monetizzabili. La sfida per le nostre imprese è, quindi, «design-are» una sedia o una scarpa bella, comoda, ma anche dotata di sensori che le permettano di raccogliere dati sulla postura del suo utilizzatore, e trasmettitori che le permettano di inviare tali dati all’ortopedico di fiducia per consentirgli di correggere eventuali posture sbagliate. La sfida per le nostre imprese è anche «design-are» un modello di business che permetta di valorizzare al massimo tale sedia o scarpa digital first human centered. La sfida per le università veneziane all’interno dello Smact CC è, di conseguenza, supportare le imprese del territorio ad affiancare all’innovazione tecnologica di prodotto e processo, quella strategica di modello di business, spingendo nel contempo Venezia a diventare «la più antica città del futuro».