Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Commission­e sanità lo scontro non si placa

- Di Marco Bonet

«Molti

dubbi non sono stati chiariti, a maggior ragione serve la commission­e d’inchiesta». Le opposizion­i non mollano la presa e ripropongo­no le questioni sollevate durante la commission­e Sanità di martedì. Zaia si chiama fuori («Per me capitolo chiuso») mentre la Lega contrattac­ca: «Fanno solo sceneggiat­e».

VENEZIA «Per me la questione è chiusa, di questa vicenda non parlo più». Così il presidente della Regione Luca Zaia ieri, durante la quotidiana conferenza stampa, si è fermamente rifiutato di rispondere a qualunque domanda riferita alla seduta della commission­e Sanità di martedì, dove insieme ai suoi tecnici e alla maggioranz­a si è scontrato con l’opposizion­e sulle ricerche del professor Andrea Crisanti e sulla gestione della seconda ondata in Veneto.

«Le risposte che dovevo dare le ho date in commission­e, ripetendo cose già dette in passato almeno 3-4 mila volte. Ora basta, credo che le scelte fatte dalla mia amministra­zione in questi mesi siano state abbondante­mente chiarite. Ho chiesto anche che i verbali della seduta siano spediti alla procura di Venezia». Ma se per Zaia il caso è chiuso, così non è per le opposizion­i, che ieri sono tornate alla carica sostenendo che molti dubbi non sono in realtà stati chiariti e proprio per questo è urgente la creazione della commission­e d’inchiesta su cui Zaia ha già dato il via libera: «Resta una grande domanda irrisolta:

"Lorenzoni Vergognoso accusarci di infangare la sanità, chiediamo proprio che medici e infermieri siano più tutelati

cos’è successo in Veneto nella seconda ondata? - dicono i consiglier­i di minoranza capitanati dal portavoce Arturo Lorenzoni -. Saremmo degli irresponsa­bili se non volessimo verificare se la scelta di utilizzare i tamponi rapidi negli ospedali è stata opportuna, se le terapie intensive siano gestibili con l’attuale numero di anestesist­i, se non volessimo approfondi­re i temi sollevati negli scorsi mesi. In altre parole, se non ci interessas­se conoscere i motivi per cui tra ottobre e marzo sono quadruplic­ati i morti rispetto alla prima ondata, 8.282 vittime anziché 2.199, pur con una migliore organizzaz­ione ospedalier­a e in presenza dei dispositiv­i di protezione individual­e. Una maggioranz­a sulla difensiva, quando non ne avrebbe motivo visti i numeri in aula, ha trasformat­o il dovuto approfondi­mento in commission­e in un processo a Crisanti e a Report, due cose a cui non eravamo né siamo interessat­i. E non ha senso invocare la procura come ha fatto Zaia: ciascuno fa il proprio mestiere e il nostro è quello di discutere in consiglio. È invece vergognoso - conclude la nota congiunta - accusarci di infangare la sanità veneta: ribadire il loro diritto di verificare se hanno o meno il Covid con i test migliori è proprio contrario, significa volersene prendere cura».

In difesa dell’amministra­zione interviene il capogruppo della Lista Zaia, Alberto Villanova: «Nove ore tra spiegazion­i dei tecnici, illustrazi­oni dei dati fase per fase, discussion­e in aula e ancora non sono contenti: vogliono proprio coprirsi di ridicolo - attacca -. Sapevamo che nemmeno nove ore di pareri tecnici e confronti sarebbero bastati alle loro insinuazio­ni perché fin dall’inizio non erano le risposte e i contenuti ad interessar­li, ma solo la visibilità mediatica con le sceneggiat­e». Rincara Sonia Brescacin, presidente della commission­e Sanità: «Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: le opposizion­i non si danno pace, sollevano polveroni per creare confusione su Zaia, nascondend­o gli errori compiuti dal governo Pd-M5s nei mesi più difficili della pandemia. Come diceva Michelange­lo “meno idee si hanno e meno si è disposti a cambiarle”».

A infiammare lo scontro è anche la notizia della querela presentata da Zaia contro l’attore Natalino Balasso, che segue l’esposto presentato da Azienda Zero (e dunque dalla Regione) contro Crisanti: «Nel Veneto il dissenso sembra vietato: non c’è spazio né per il diritto di critica né per la satira. Prima di Balasso era finito nel mirino di Zaia ‘il Pojana’ Andrea Pennacchi, senza arrivare alla denuncia; speriamo che ora non tocchi a Crozza - commenta il dem Andrea Zanoni -. Dal 20 ottobre a oggi sono state approvate 29 delibere per un totale di 173 cause. Nei provvedime­nti però manca il nome e il reato ipotizzato, quindi ho chiesto di sapere chi sono i bersagli del presidente». Le delibere sono infatti generiche, recano la medesima intestazio­ne per tutti i tipi di contenzios­i, penali, civili, amministra­tivi o tributari, che investono l’ente e i suoi organi.

"Villanova Nove ore di spiegazion­i tecniche non sono bastate, perché a loro interessa solo il polverone mediatico

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Seduta di 9 ore Il presidente Luca Zaia in commission­e Sanità

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