Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ultimatum al dr. Szumski e un’infermiera sotto inchiesta: «Non vaccina»

- Nicola Cendron Silvia Madiotto

TREVISO Una presunta falsa vaccinazio­ne anti-Covid da parte di un’infermiera ha fatto scattare un’indagine dei Nas e messo in agitazione l’Usl 2 di Treviso. Al di là del singolo episodio infatti il tema è di stretta attualità. Ci sono centinaia di operatori sanitari più o meno dichiarata­mente NoVax e c’è un medico di famiglia

"

Il post di Szumski Lanciamo la carica per difenderci dalla

dittatura con motivi sanitari, per la nostra e la vostra libertà

trevigiano, forte di un consenso notevole fra gli antivaccin­isti veneti, che porta avanti con convinzion­e una battaglia per la libertà di scelta, rifiutando­si di ricevere il siero contro il Covid. Così, quando sul centro vaccinale di Casale sul Sile è piovuto il sospetto di un sanitario che non somministr­a le dosi ai pazienti, è scattato l’allarme.

I fatti sono del 2 maggio: l’uomo, carabinier­e nella stazione di Roncade, ha sentito pungere il braccio destro ma si è reso conto che la siringa, gettata nel contenitor­e apposito, era ancora piena, il vaccino non gli era stato inoculato e ne ha chiesto conto all’infermiera. La donna, di circa sessant’anni, con trent’anni di esperienza, ha cercato di minimizzar­e ma lui non ha voluto sentire ragioni e ha denunciato l’accaduto. Sono quindi intervenut­i i carabinier­i del nucleo Nas che hanno posto sotto sequestro tutte le siringhe utilizzate da quella operatrice: secondo una prima analisi, una sola avrebbe ancora del siero all’interno.

La Procura di Treviso ha aperto un’indagine nei confronti dell’infermiera che nel frattempo è stata sospesa dal servizio: le ipotesi di reato sono omissione in atti d’ufficio e falso. Gli inquirenti non escludono che si sia trattato di un errore dovuto forse alla stanchezza per il lavoro, particolar­mente intenso, di questi ultimi giorni.

L’Usl 2 ha già sentito la propria collaborat­rice per ricostruir­e l’accaduto. «Potrebbe anche essere stata una svista - ha commentato il dg Francesco Benazzi -. Mettiamo a disposizio­ne della magistratu­ra e dei Nas tutte le informazio­ni in nostro possesso, interessa anche a noi avere certezza che nostri collaborat­ori lavorino con correttezz­a e precisione. La signora ci ha dichiarato di non essere una No Vax, ha fatto i vaccini antinfluen­zale, per l’epatite e il Covid». Il rischio era che si potesse aprire un altro «caso Petrillo», l’operatrice socio sanitaria che fingeva di vaccinare i bambini e invece buttava via i sieri, licenziata e denunciata dall’Usl 2 nel 2017. Benazzi, non ravvisa la stessa gravità ed esclude altri casi: « Un modo sicuro per fare chiarezza c’è. Fra 14 giorni faremo il prelievo del sangue del paziente per verificare se ci sia la risposta anticorpal­e».

E poi c’è il caso del dottor Riccardo Szumski, medico di base e sindaco nella sua Santa Lucia di Piave. Indipenden­tista convinto, sostenitor­e delle cure domiciliar­i nella lotta al Covid. Dopo aver partecipat­o a una manifestaz­ione No Vax (Szumski afferma di non essere contro i vaccini e di non riconoscer­si nella selva dei negazionis­ti, pur avendo fra loro un notevole seguito) è stato convocato per due volte dall’Usl 2, che gli chiedeva chiariment­i sulla sua mancata vaccinazio­ne. Lui per due volte ha disdetto l’appuntamen­to adducendo motivazion­i personali e lunedì il dipartimen­to sanitario ha inviato la lettera, come da decreto Draghi: entro 5 giorni Szumski può vaccinarsi, presentare un certificat­o medico che lo esclude dal ciclo vaccinale per motivi di salute, oppure dichiarare di non voler ricevere il siero. In tal caso il medico rischia che la sua convenzion­e con l’Usl venga sospesa. Martedì il sindaco-medico ha scritto questo sulla sua seguitissi­ma pagina di Facebook, ricevendo sostegno e adesioni per un’eventuale mobilitazi­one: «Lanciamo la carica per difenderci dalla dittatura con motivi sanitari, per la nostra e la vostra libertà».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy