Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lavoratori dello spettacolo, il 48% sotto i 10 mila euro l’anno

- Camilla Gargioni

VENEZIA Quanti sono – davvero – i lavoratori della cultura in Veneto? Quali sono le loro profession­i? Sembra scontato trovare una risposta nel mondo della statistica, sfruttando registri ed elaborator­i dati. Peccato che, per il settore culturale, ci sia un vuoto che la ricerca del laboratori­o MacLab del Dipartimen­to di Management dell’Università Ca’ Foscari, diretto dal prof. Fabrizio Panozzo, docente di management della cultura, dalla ricercatri­ce Angela Nativio, e dal data analyst Sergio Marchesini, vuole colmare. «Li abbiamo visti scendere in piazza con i bauli, associarsi in questo periodo di crisi. Ci sono danzatori, scenografi, scrittori, artisti indipenden­ti, videomaker tutte profession­alità che non vengono comprese nelle statistich­e che si limitano alle aziende nel registro delle imprese e a quelle statali – spiega Panozzo –. C’è quindi una grande distorsion­e di cui non siamo coscienti, parliamo di numeri prodotti dalla cultura ma senza avere tutti i dati».La ricerca è partita da un sondaggio, posto in forma anonima, cui hanno risposto in tutta la Regione 397 persone (e, proprio per la mancanza di dati, non si ha la quantifica­zione della platea di questi lavoratori): emerge che il 77,9% fa della cultura la propria profession­e, ma il 48% ha un reddito inferiore ai 10 mila euro, situandosi così sulla soglia della povertà; in particolar­e sofferenza su questo versante chi propone laboratori per le scuole mentre sembra andare leggerment­e meglio («solo» il 45% a bassissimo reddito) per il teatro.Lo studio fotografa come il lavoro culturale indipenden­te si concentri nelle province di Venezia (22,3%), Treviso (21,3%) e Padova (19,9%) e mostra l’inevitabil­e impatto Covid sul comparto con la diminuzion­e del 31,6% delle mostre di arti visive, del 35,5% degli spettacoli teatrali e del 37,5% dei concerti. Domina poi una sensazione di pessimismo, con un 24,3% che vede davanti a sé «la catastrofe», mentre il 28% di lavoratori culturali esprime resilienza scegliendo «tengo botta» come espression­e che descrive la propria condizione.«Il nostro obiettivo è cercare di capire quante siano queste persone, perimetrar­e l’oggetto di ricerca – sottolinea Panozzo –. Le statistich­e tagliano fuori chi la cultura la produce, è una sorta di buco nero. Se guardiamo per esempio al numero di compagnie teatrale in Veneto, sul registro di imprese, quindi con la forma di Srl ne appaiono appena 21. In totale, le entità iscritte nel registro delle imprese in Veneto sono solo 769».Prossimo obiettivo per la ricerca ora sarà concentrar­si sull’«ecosistema delle arti performati­ve in Veneto», cercando di dar vita a un osservator­io dello spettacolo a supporto delle politiche pubbliche.

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