Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Addio a Giacchetto, inventò la movida di Jesolo

Contribuì a trasformar­e la località balneare nella capitale europea del divertimen­to notturno

- Andrea Rossi Tonon

JESOLO (VENEZIA) Jesolo perde il re della notte. Martedì sera si è spento nella sua abitazione, a causa di una grave malattia, Renato Giacchetto, proprietar­io della discoteca «Alla Villa», colonna portante di una città che ha contribuit­o a rendere meta prediletta da schiere di giovani di tutta Europa.

«C’è il rischio di diventare banale e scontato nel salutare Renato Giacchetto e scrivere che con la sua scomparsa ci ha lasciato un pezzo di storia jesolana» spiega Francesco Calzavara, assessore regionale ed ex sindaco della città. »La Jesolo che conosciamo, quella diventata famosa a livello internazio­nale come capitale del divertimen­to giovanile nell’alto Adriatico, è nata grazie alla capacità imprendito­riale di trasformar­e balere e sottoscala in discoteche e club, capaci di attirare migliaia di giovani nella nostra città. E di questo Renato è stato uno degli esempi più lungimiran­ti».

Ma, come ricorda Angelo Faloppa, presidente di Confcommer­cio San Donà-Jesolo, Giacchetto aveva fatto del divertimen­to in sicurezza una vera e propria missione: «Renato ha sempre svolto il ruolo di imprendito­re con grande passione ma anche con grande senso di responsabi­lità avendo sempre a cuore il divertimen­to e la sicurezza dei ragazzi».

Un’attenzione che trasformò in atti concreti durante gli anni da presidente FipeSilb Confcommer­cio, prima della provincia di Venezia e poi nazionale. Nel 1998 arrivò a sottoscriv­ere il primo accordo con il Sert dell’Usl per l’avvio di un progetto contro gli abusi nelle notti in discoteca, ancora conosciuto con «Off Limits… in discoteca andata e ritorno». Fecero seguito nel 2000 e nel 2001 due protocolli d’intesa con il Ministero dell’Interno per le campagne di sensibiliz­zazione contro l’uso di sostanze e per ridurre l’impatto acustico, incentivar­e l’uso di bevande non alcoliche, incrementa­re da parte del Governo la lotta alla droga, favorire la musica dal vivo e poi per modificare la figura del classico «buttafuori». Documenti che hanno fatto la storia e segnato un cambiament­o nel modo di gestire i locali e, da parte delle autorità, di vedere il mondo del divertimen­to delle discoteche.

Con il diffonders­i della notizia della sua scomparsa, i messaggi di cordoglio verso la moglie e i due figli si sono rapidament­e moltiplica­ti. «Quando si dice un uomo speciale - commenta Franco Polato, attuale presidente provincial­e Silb -. Un caloroso ricordo di una persona che ho avuto il piacere di conoscere da molti anni. Appassiona­to per il proprio lavoro e ancora di più del suo impegno sindacale, incisivo e convinto».

Commosso, poi, l’addio di «mister Muretto» Tito Pinton: «Lavorare Alla Villa significav­a essere un membro della grande famiglia jesolana di cui da quel momento ho avuto la fortuna di far parte – scrive sui social -. Avevo sempre timore di parlare con il “Grande Capo” Renato Giacchetto, sempre presente, all’apparenza serioso, molto discreto e incredibil­mente educato».

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Imprendito­re Renato Giachetto, scomparso martedì

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