Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Addio a Giacchetto, inventò la movida di Jesolo
Contribuì a trasformare la località balneare nella capitale europea del divertimento notturno
JESOLO (VENEZIA) Jesolo perde il re della notte. Martedì sera si è spento nella sua abitazione, a causa di una grave malattia, Renato Giacchetto, proprietario della discoteca «Alla Villa», colonna portante di una città che ha contribuito a rendere meta prediletta da schiere di giovani di tutta Europa.
«C’è il rischio di diventare banale e scontato nel salutare Renato Giacchetto e scrivere che con la sua scomparsa ci ha lasciato un pezzo di storia jesolana» spiega Francesco Calzavara, assessore regionale ed ex sindaco della città. »La Jesolo che conosciamo, quella diventata famosa a livello internazionale come capitale del divertimento giovanile nell’alto Adriatico, è nata grazie alla capacità imprenditoriale di trasformare balere e sottoscala in discoteche e club, capaci di attirare migliaia di giovani nella nostra città. E di questo Renato è stato uno degli esempi più lungimiranti».
Ma, come ricorda Angelo Faloppa, presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo, Giacchetto aveva fatto del divertimento in sicurezza una vera e propria missione: «Renato ha sempre svolto il ruolo di imprenditore con grande passione ma anche con grande senso di responsabilità avendo sempre a cuore il divertimento e la sicurezza dei ragazzi».
Un’attenzione che trasformò in atti concreti durante gli anni da presidente FipeSilb Confcommercio, prima della provincia di Venezia e poi nazionale. Nel 1998 arrivò a sottoscrivere il primo accordo con il Sert dell’Usl per l’avvio di un progetto contro gli abusi nelle notti in discoteca, ancora conosciuto con «Off Limits… in discoteca andata e ritorno». Fecero seguito nel 2000 e nel 2001 due protocolli d’intesa con il Ministero dell’Interno per le campagne di sensibilizzazione contro l’uso di sostanze e per ridurre l’impatto acustico, incentivare l’uso di bevande non alcoliche, incrementare da parte del Governo la lotta alla droga, favorire la musica dal vivo e poi per modificare la figura del classico «buttafuori». Documenti che hanno fatto la storia e segnato un cambiamento nel modo di gestire i locali e, da parte delle autorità, di vedere il mondo del divertimento delle discoteche.
Con il diffondersi della notizia della sua scomparsa, i messaggi di cordoglio verso la moglie e i due figli si sono rapidamente moltiplicati. «Quando si dice un uomo speciale - commenta Franco Polato, attuale presidente provinciale Silb -. Un caloroso ricordo di una persona che ho avuto il piacere di conoscere da molti anni. Appassionato per il proprio lavoro e ancora di più del suo impegno sindacale, incisivo e convinto».
Commosso, poi, l’addio di «mister Muretto» Tito Pinton: «Lavorare Alla Villa significava essere un membro della grande famiglia jesolana di cui da quel momento ho avuto la fortuna di far parte – scrive sui social -. Avevo sempre timore di parlare con il “Grande Capo” Renato Giacchetto, sempre presente, all’apparenza serioso, molto discreto e incredibilmente educato».