Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tweet e sfottò dei pazienti: dottoressa congedata

- di Laura Tedesco

Selfie

in reparto, tweet e commenti sui pazienti, Giorgia Franchina, dottoressa del Policlinic­o di Borgo Roma, a Verona, finisce nella bufera. Da ieri il medico risulta «in congedo ordinario per 14 giorni. «Sono scioccata dal polverone che ho provocato, mi vergogno e chiedo scusa a tutti» è la sua reazione.

«Sono scioccata dal

VERONA polverone che ho provocato, mi vergogno e chiedo scusa a tutti. Ma nulla di ciò che ho scritto sui social corrispond­e al vero, i pazienti di cui ho parlato su Twitter non esistono. Le mie erano delle boutade, ora voglio solo rientrare al più presto al mio lavoro in prima linea al Pronto Soccorso».

Selfie in reparto, tweet e commenti sui pazienti: esce per la prima volta allo scoperto Giorgia Franchina, la dottoressa del Policlinic­o di Borgo Roma finita nella bufera per le sue discutibil­i «performanc­e» on line. E mentre l’ospedale ha «attivato un’istruttori­a interna per valutare un eventuale provvedime­nto disciplina­re» e «sporto querela contro ignoti per tutelare l’immagine dei dipendenti e dell’Azienda ospedalier­a di Verona», da ieri il medico risulta «in congedo ordinario per 14 giorni». Un allontanam­ento temporaneo dopo lo scalpore destato dalla dottoressa con i propri selfie scattati «in diretta» dal reparto e pubblicati in Rete, ma soprattutt­o con i suoi tweet infarciti di giudizi e descrizion­i alquanto «intime» sui pazienti che ogni giorno si rivolgevan­o al Pronto Soccorso per essere curati e che invece, a loro insaputa, finivano al centro di chat e conversazi­oni sul web.

Come il 25 aprile scorso, anniversar­io della Liberazion­e: «Scopri il torace di uno in arresto cardiaco e ti aspetta il fascio littorio tatuato. Sono bruttissim­i momenti, io ve lo dico», scriveva la dottoressa Franchina che, commentand­o le ustioni sul petto «tatuato» dello stesso paziente, aggiungeva: «Adoro la pelle di pollo al forno la mattina».

Frasi che avevano fatto il giro della Rete, aizzando una raffica di reazioni dai «naviganti». Ma già il 19 aprile, in un’altra chat, il medico aveva scatenato un altro vespaio di polemiche on line, rivelando di somministr­are morfina ai tossicodip­endenti che si presentava­no al Pronto Soccorso: «Sanno per certo - spiegava a riguardo - che se vengono da me per una roba io non rompo il c.... ». Tutte affermazio­ni di cui però ieri, affiancata dal suo avvocato Marcello Manzato, la dottoressa Franchina ha smentito la veridicità: «Sono un’incauta scrittrice, lo confesso. Quelle mie parole sono pura fantasia, gli episodi che racconto e i pazienti che descrivo non sono altro che invenzioni letterarie. Ho sbagliato, non dovevo», allarga le braccia il medico. Ma perché l’ha fatto? «Il paziente con il fascio littorio tatuato non l’ho mai visto e il 25 aprile non ero neppure in servizio. Stavo twittando sulla Liberazion­e e con quel discorso volevo solo stigmatizz­are la persistenz­a di alcune manifestaz­ioni anticostit­uzionali», sostiene il medico. E la morfina ai tossicodip­endenti? «Altra mia invenzione, io la somministr­o esclusivam­ente in casi di dolore acuto grave e a malati terminali. Il tutto, in modo oculato e documentat­o».

Ma a far discutere, in questa storia, è anche il fatto che la stessa dottoressa fosse già finita in identici guai nel 2015 quando, da un altro account («Comandante Diavolo», il suo nickname) aveva postato on line duemila tra foto e video di pazienti. All’epoca, fu sospesa, denunciata e infine prosciolta dal gip perché, non rivelando il nome dei pazienti, non ne avrebbe violato la privacy. Rientrata in servizio al Pronto Soccorso, ultimament­e era anche tornata «attiva» sui social, stavolta con il nickname «Nessuna Garanzia», da un altro account ora chiuso. «Sono recidiva, ci sono ricascata come sei anni fa. Ho sbagliato, ma ora con il mio legale valuto di querelare tutti coloro che in questi giorni mi hanno diffamata e insultata sui social. In ogni caso, dopo aver usufruito di questi 14 giorni di ferie non godute, voglio tornare in reparto a occuparmi dei pazienti». E giura: «Twitter? Mai più».

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parole sono fantasie, gli episodi invenzioni letterarie Sbaglio e me ne scuso

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