Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Padova, il mega padiglione che divide

Appello di urbanisti francesi, dal Bo un freno: «Si deve fare»

- Di Davide D’Attino

Malgrado il progetto definitivo sia stato approvato ad agosto del 2020 la realizzazi­one della nuova Pediatria nell’ospedale di Padova, a due passi dal centro, risulta ferma al palo. Polemiche, appelli di intellettu­ali contrari («deturpa»): l’opera è contesa. L’Azienda ospedalier­a: regole rispettate.

PADOVA In teoria, distribuit­i su sette piani per una superficie complessiv­a di quasi 20 mila metri quadri, l’edificio dovrebbe contenere un grande pronto soccorso e poi laboratori, sale operatorie, terapie intensive e camere di degenza per un totale di 310 posti letto destinati ai piccoli pazienti e ai loro familiari. Ma in pratica, malgrado l’iter amministra­tivo sia cominciato a marzo del 2017 e il progetto definitivo sia stato approvato ad agosto dell’anno scorso (con anche il parere favorevole della Soprintend­enza), la realizzazi­one della nuova Pediatria nell’ospedale di Padova in via Giustinian­i, a due passi dal centro storico della città, risulta ferma al palo. Tanto che del bando di gara per l’affidament­o dei lavori, che dando retta al neodiretto­re generale dell’Azienda Ospedalier­a, Giuseppe Dal Ben, avrebbe dovuto essere pubblicato «entro la fine di aprile», non c’è ancora alcuna traccia.

E pensare che nel giro di un paio di mesi, nell’estate del 2019, proprio per far spazio all’opera di cui stiamo parlando (già finanziata dalla Regione con una sessantina di milioni di euro), è stata appositame­nte demolita la vecchia Pneumologi­a. Ma quali sono le ragioni di questa fase di stallo? Una, in particolar­e. Ovvero la tenace contrariet­à che, da sempre, alcune associazio­ni culturali del capoluogo (basti citare Comitato Mura, Italia Nostra, Legambient­e, Amissi del Piovego e Incivilis) nutrono sia verso il luogo in cui si è deciso di collocare la nuova Pediatria (l’ala est del polo medico sanitario) che verso il progetto elaborato dall’architetto Maurizio Striolo. «Siamo di fronte a un mostro di cemento alto 40 metri e lungo 95, ossia più o meno le stesse dimensioni del Palazzo della Ragione. E il tutto, come se non bastasse, a pochi metri dalle mura cinquecent­esche della città», continua a ripetere un altro architetto, Vittorio Spigai, che a dicembre scorso, insieme ad altri 10 colleghi (tra cui la presidente dell’Ordine degli Architetti di Padova, Giovanna Osti, e l’ex deputata dei Ds, Luisa Calimani), ha presentato un esposto in procura proprio contro l’iter amministra­tivo che, appunto otto mesi fa, ha portato all’approvazio­ne del progetto definitivo, ipotizzand­o i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. E mentre dall’Azienda Ospedalier­a si limitano a ribadire che «tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle regole, a tal punto che pure la Soprintend­enza ha certificat­o che l’edificio si attiene al vincolo di mantenere una distanza di 25 metri dalla cinta muraria», la vicenda sale alla ribalta internazio­nale. L’altro giorno, infatti, opportunam­ente «stimolati» dallo stesso Spigai, un gruppo di 21 intellettu­ali e profession­isti stranieri, in particolar­e architetti francesi, spagnoli, svizzeri e canadesi, ha diffuso una lettera aperta intitolata «Il centro storico di Padova è minacciato». E la «minaccia», a detta, tra gli altri, di urbanisti e semiologi quali Albert Levy, Jacques Fontanille, Christine Nedelec, Bernard Landau, Panos Mantziaras, Pierre Larochelle e Josep Muntanola Thornberg, sarebbe proprio rappresent­ata dalla nuova Pediatria. «Con costernazi­one - si legge nell’appello - abbiamo saputo dell’intento di costruire un ospedale pediatrico nel cuore della città. Un monoblocco di 100 mila metri cubi, la cui collocazio­ne, a ridosso delle mura cinquecent­esche, danneggere­bbe gravemente l’ armonia del magnifico paesaggio urbano di Padova a cui siamo molto legati. Questo progetto sfigurereb­be il già fragile tessuto urbano della città, il cui valore patrimonia­le è incommensu­rabile. E quindi, chiediamo di spostare l’opera in un’area più adatta come quella di Padova Est, dove è già prevista la realizzazi­one di un grande polo ospedalier­o».

Parole che la professore­ssa Daniela Mapelli, docente di Neuropsico­logia, prorettric­e in carica alla Didattica e, soprattutt­o, candidata (favorita) al ruolo di nuovo rettore dell’Università cittadina (le elezioni sono in programma a metà giugno), commenta così: «Gli spazi dell’attuale Pediatria sono completame­nte inadeguati.

Tanto che, ogni anno, più di 1.500 bambini devono essere ricoverati in reparti per adulti. Capisco e non sottovalut­o il dissenso urbanistic­o architetto­nico, ma abbiamo il dovere di dare ai piccoli pazienti e ai loro familiari una casa più degna in cui essere accolti e curati. Dobbiamo dunque evitare l’effetto Tela di Penelope e procedere immediatam­ente con la costruzion­e dell’opera».

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Dalla strada La simulazion­e progettual­e della nuova Pediatria

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