Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Padova, il mega padiglione che divide
Appello di urbanisti francesi, dal Bo un freno: «Si deve fare»
Malgrado il progetto definitivo sia stato approvato ad agosto del 2020 la realizzazione della nuova Pediatria nell’ospedale di Padova, a due passi dal centro, risulta ferma al palo. Polemiche, appelli di intellettuali contrari («deturpa»): l’opera è contesa. L’Azienda ospedaliera: regole rispettate.
PADOVA In teoria, distribuiti su sette piani per una superficie complessiva di quasi 20 mila metri quadri, l’edificio dovrebbe contenere un grande pronto soccorso e poi laboratori, sale operatorie, terapie intensive e camere di degenza per un totale di 310 posti letto destinati ai piccoli pazienti e ai loro familiari. Ma in pratica, malgrado l’iter amministrativo sia cominciato a marzo del 2017 e il progetto definitivo sia stato approvato ad agosto dell’anno scorso (con anche il parere favorevole della Soprintendenza), la realizzazione della nuova Pediatria nell’ospedale di Padova in via Giustiniani, a due passi dal centro storico della città, risulta ferma al palo. Tanto che del bando di gara per l’affidamento dei lavori, che dando retta al neodirettore generale dell’Azienda Ospedaliera, Giuseppe Dal Ben, avrebbe dovuto essere pubblicato «entro la fine di aprile», non c’è ancora alcuna traccia.
E pensare che nel giro di un paio di mesi, nell’estate del 2019, proprio per far spazio all’opera di cui stiamo parlando (già finanziata dalla Regione con una sessantina di milioni di euro), è stata appositamente demolita la vecchia Pneumologia. Ma quali sono le ragioni di questa fase di stallo? Una, in particolare. Ovvero la tenace contrarietà che, da sempre, alcune associazioni culturali del capoluogo (basti citare Comitato Mura, Italia Nostra, Legambiente, Amissi del Piovego e Incivilis) nutrono sia verso il luogo in cui si è deciso di collocare la nuova Pediatria (l’ala est del polo medico sanitario) che verso il progetto elaborato dall’architetto Maurizio Striolo. «Siamo di fronte a un mostro di cemento alto 40 metri e lungo 95, ossia più o meno le stesse dimensioni del Palazzo della Ragione. E il tutto, come se non bastasse, a pochi metri dalle mura cinquecentesche della città», continua a ripetere un altro architetto, Vittorio Spigai, che a dicembre scorso, insieme ad altri 10 colleghi (tra cui la presidente dell’Ordine degli Architetti di Padova, Giovanna Osti, e l’ex deputata dei Ds, Luisa Calimani), ha presentato un esposto in procura proprio contro l’iter amministrativo che, appunto otto mesi fa, ha portato all’approvazione del progetto definitivo, ipotizzando i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. E mentre dall’Azienda Ospedaliera si limitano a ribadire che «tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle regole, a tal punto che pure la Soprintendenza ha certificato che l’edificio si attiene al vincolo di mantenere una distanza di 25 metri dalla cinta muraria», la vicenda sale alla ribalta internazionale. L’altro giorno, infatti, opportunamente «stimolati» dallo stesso Spigai, un gruppo di 21 intellettuali e professionisti stranieri, in particolare architetti francesi, spagnoli, svizzeri e canadesi, ha diffuso una lettera aperta intitolata «Il centro storico di Padova è minacciato». E la «minaccia», a detta, tra gli altri, di urbanisti e semiologi quali Albert Levy, Jacques Fontanille, Christine Nedelec, Bernard Landau, Panos Mantziaras, Pierre Larochelle e Josep Muntanola Thornberg, sarebbe proprio rappresentata dalla nuova Pediatria. «Con costernazione - si legge nell’appello - abbiamo saputo dell’intento di costruire un ospedale pediatrico nel cuore della città. Un monoblocco di 100 mila metri cubi, la cui collocazione, a ridosso delle mura cinquecentesche, danneggerebbe gravemente l’ armonia del magnifico paesaggio urbano di Padova a cui siamo molto legati. Questo progetto sfigurerebbe il già fragile tessuto urbano della città, il cui valore patrimoniale è incommensurabile. E quindi, chiediamo di spostare l’opera in un’area più adatta come quella di Padova Est, dove è già prevista la realizzazione di un grande polo ospedaliero».
Parole che la professoressa Daniela Mapelli, docente di Neuropsicologia, prorettrice in carica alla Didattica e, soprattutto, candidata (favorita) al ruolo di nuovo rettore dell’Università cittadina (le elezioni sono in programma a metà giugno), commenta così: «Gli spazi dell’attuale Pediatria sono completamente inadeguati.
Tanto che, ogni anno, più di 1.500 bambini devono essere ricoverati in reparti per adulti. Capisco e non sottovaluto il dissenso urbanistico architettonico, ma abbiamo il dovere di dare ai piccoli pazienti e ai loro familiari una casa più degna in cui essere accolti e curati. Dobbiamo dunque evitare l’effetto Tela di Penelope e procedere immediatamente con la costruzione dell’opera».