Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Turismo, 110 mila da vaccinare nuovi centri lungo le spiagge

Veneto orientale, un contagiato su tre è studente. Sanitari no vax: 750 ultimatum

- Matteo Riberto Andrea Rossi Tonon

VENEZIA Tra le imprese che scalpitano per vaccinare i dipendenti, in prima fila ci sono quelle del turismo. In vista dell’estate significa mandare un messaggio di sicurezza ai viaggiator­i indecisi su quale meta raggiunger­e e salvare una stagione che appare complicata. Da giorni, i contatti tra le associazio­ni di categoria e le due Usl sono fitti, tanto che è già pronta una stima di quanti sarebbero i lavoratori del settore da proteggere.

Una platea di circa 110 mila persone, che le aziende sanitarie sono pronte a vaccinare se arrivasse il via libera del Governo. «Potremmo aprire degli slot dedicati e vaccinarli nei nostri hub – spiega il direttore generale dell’Usl 3 Edgardo Contato – o ragionare con le categorie per trovare altri luoghi idonei». La questione è particolar­mente sentita nel Veneto Orientale, la zona delle spiagge. Mercoledì, il direttore generale dell’Usl 4 Mauro Filippi ha incontrato i vertici delle associazio­ni di categoria. «Stiamo definendo il target e gli eventuali siti vaccinali per prepararci qualora arrivasse l’indicazion­e della Regione», precisa Filippi. «Daremo tutto il nostro supporto», assicurano Alberto Maschio e Angelo Faloppa, presidenti di Aja e Confcommer­cio San DonàJesolo, soddisfatt­i dall’incontro.

Prima ci sono però da chiudere altre partite. In primis quella dei 60enni, che non stanno rispondend­o come previsto. Circa 36 mila non hanno nemmeno prenotato l’appuntamen­to vaccinale: il 30 per cento. «Ci sono persone che rifiutano il vaccino ed altre che non vogliono farlo ora perché avrebbero il richiamo nel periodo in cui si sono prese le ferie», denuncia Stefano Rigo, referente Fimmg dell’Usl 3. La reticenza dei 60enni porterà a far partire prima del previsto la campagna ai 50enni. «Invitiamo tutti i 60enni a prenotarsi presto perché quando apriremo alla categoria successiva, e manca pochissimo, sarà più complicato trovare posto», ricorda Contato assicurand­o che si riuscirà «a completare la fascia dei 50enni in meno di venti giorni». Anche perché il 18 per cento (il 15 per cento nell’Usl 4) è già stato vaccinato in quanto appartenen­te a categorie prioritari­e come gli insegnanti.

Non mancano i problemi. Il più delicato riguarda gli operatori sanitari che non si sono ancora vaccinati: secondo il decreto governativ­o del 2 aprile, se non adempirann­o all’obbligo verranno demansiona­ti o sospesi. Nell’area dell’Usl 3 risiedono circa 3.700 sanitari (tra privato, pubblico e case di riposo) che non si sono ancora vaccinati, 760 dei quali sono dipendenti della Serenissim­a. A questi l’Usl ha inviato un ultimo appello. «Entro domani (ndr oggi) verranno consegnate tutte le lettere alle quali dovranno rispondere entro 5 giorni specifican­do la ragione della mancata vaccinazio­ne», spiega il direttore sanitario Giovanni Carretta. Se la motivazion­e non sarà valida o non si vaccineran­no, verrà applicato il decreto.

Intanto, l’andamento dell’epidemia desta preoccupaz­ione. I ricoveri continuano a scendere: le persone in ospedale sono 195 (-27), ma da due giorni la curva dei contagi – che già aveva rallentato la discesa – è in lieve risalita. Ieri – giornata in cui ci sono stati 3 decessi - i positivi sono aumentati a 3.065 (+ 92 rispetto a martedì). C’è poi il nodo scuole. I contagi tra gli studenti, nell’area Usl 3, sono in calo: la settimana scorsa si contavano 95 classi con almeno un caso; ieri 69 per un totale di 330 alunni quarantena­ti. Situazione opposta nel Veneto Orientale che conta circa un terzo dei residenti della Serenissim­a ma ha 86 classi con almeno un caso e 817 alunni in quarantena. L’Usl 4, che sta cercando di capire a cosa sia dovuta la mole di contagi, precisa che dopo la riapertura degli istituti gli studenti pesano per un terzo sul totale delle nuove positività. Non mancano infine dure prese di posizione. Fimmg Veneto ha criticato l’accordo che vedrà i farmacisti inoculare i vaccini: non avrebbero le competenze necessarie a partire da quelle per effettuare l’anamnesi.

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