Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Riparte l’industria la produzione a livelli pre-Covid
E anche l’occupazione torna a salire
PADOVA L’industria riparte in Veneto e imbocca la risalita dalla crisi: nel primo trimestre dell’ano l’attività delle industri di Padova e Treviso si è riportata sui livelli pre-Covid, cuna una variazione nella produzione del +11,2% rispetto allo stesso periodo del 2020, pur con forte eterogeneità settoriale. Questo grazie all’export (+5,9%) ma soprattutto all’aumento del fatturato interno (+12,5%). Balzo generale anche degli ordini in Italia e oltreconfine (+18,7%). Torna a vedere il segno più (1,3) anche l’occupazione.
Ieri un dato di «assaggio» da aziende dell’occhialeria e della metalmeccanica, oggi una conferma che arriva dal report sulla congiuntura del primo trimestre, elaborato dall’Ufficio studi di Assindustria Venetocentro: la riaccensione della produzione nella prima parte dell’anno, grazie a ordini interni ed esportazioni, esprime un vigore superiore alla media nazionale e l’ottimismo degli operatori è direttamente proporzionale all’espansione delle campagne vaccinali. Non a caso, la domanda extraeuropea è spinta da Usa e Cina, cioè dalle aree del pianeta in cui le misure di contrasto al Covid sono nelle fasi più evolute.
L’indagine di Assindustria è stata svolta su un campione di 551 imprese della manifattura e dei servizi, di tutte le dimensioni, delle province di Padova e di Treviso, rilevando un aumento medio della produzione industriale, rispetto alla prima frazione del 2020, in doppia cifra: 11,2 punti (con un picco del +14,8% fra le realtà aziendali con un numero di addetti compreso fra 50 e 250, vale a dire l’unica fascia che aveva evidenziato una tendenza positiva già nel trimestre precedente), e fatturati che crescono sia in Italia (+12,5%) sia all’estero (+5,9%). Il fatto che su questa dinamica si possa fare ragionevole affidamento deriva dall’osservazioquesto ne degli ordini, che marcano un aumento addirittura del 18,7% (anche in questo caso, timide aperture sopra lo zero si erano già registrate a partire dallo scorso autunno) e con una propensione a irrobustire l’organico che spinge l’occupazione, per la prima volta da cinque trimestri, in area verde a +1,3%.
Uno sguardo alle altre tabelle della ricerca riserva, a punto senza sorpresa, anche un ottimismo diffuso per l’andamento del trimestre in corso. Benché la maggior parte degli interpellati veda una sostanziale stabilità su ordini, investimenti, lavoro, produzione e fatturato, quelli che si sbilanciano su previsioni di crescita sono ampiamente superiori, in tutte le voci, rispetto a chi teme contrazioni.
Non mancano tuttavia le ombre. «C’è una forte preoccupazione – è il punto di vista del presidente di Avc, Leopoldo Destro - per i rincari insostenibili delle materie prime che iniziano a scarseggiare, causando ritardi nella catena di fornitura e nella produzione, provocando la mancata evasione degli ordini. Questo, oltre a ridurre ancora la liquidità, potrebbe compromettere la velocità della ripartenza». Ad accusare un forte aumento dei prezzi sono quasi 8 intervistati su 10 (quasi il doppio rispetto a tre mesi fa) e il fenomeno sembra già riflettersi sui rincari dei prodotti finiti, riscontrati dal 50% degli interpellati.
Destro prosegue indicando la necessità di «scelte di politica industriale che consentano di essere meno dipendenti dalle forniture extra Ue e, nell’immediato, di non mortificare la produzione siderurgica in Italia, strategica per tutte le filiere della manifattura. Servono poi subito certezze sulla proroga al 2023 del Superbonus 110% sulle ristrutturazioni e il ripristino della cessione dei crediti d’imposta per Transizione 4.0».
Il consigliere delegato per le analisi statistiche, Federico Zoppas, attende di comprendere cosa accadrà una volta concluso il blocco dei licenziamenti ma ripone una solida fiducia nella resistenza del sistema imprenditoriale veneto: «Non abbiamo la percezione – riconosce - che ci saranno onde anomale nel mondo industriale e i dati lo confermano. Semmai potranno esserci difficoltà legate al fabbisogno di nuovi profili e competenze professionali difficili da reperire. È tempo di una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali e di un nuovo patto che sposti il baricentro e le risorse dall’assistenza a politiche attive del lavoro, basate su formazione e rioccupabilità, per disegnare un sistema che semplifichi l’assunzione e il ricollocamento dei lavoratori di aziende in crisi».
Destro
I rincari insostenibili delle materie prime rischiano di ritardare la ripartenza
Zoppas
Potrebbero esserci difficoltà legate al fabbisogno di profili difficili da reperire
Le aziende trainanti
La dinamica di ripresa è più forte (+14,8%) nelle aziende tra 50 e 250 addetti
I prezzi folli
Otto imprenditori su 10 denunciano forti aumenti nei prezzi delle materie prime