Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Deficit da Covid e restauri la Basilica chiede aiuto: ingresso a 3 euro per tutti
Tesserin: le spese sono un milione al mese, misura temporanea
La visita alla Basilica di San Marco al di fuori delle funzioni religiose non sarà più libera. Anche la Basilica, il cui accesso è sempre stato libero, «cede» agli effetti della pandemia.
Turisti e residenti per entrare ad ammirare i mosaici dovranno pagare tre euro, a meno che non scelgano altri percorsi che, come prima, hanno tariffe maggiori.
E anche i veneziani, che prima godevano dell’ingresso gratuito e solo per evitare la fila con la prenotazione online pagavano due euro, dovranno acquistarlo per ammirare mosaici e architetture della Basilica. Una decisione che è un ulteriore segnale di allarme, lanciato dal delicatissimo ecosistema di San Marco che da sei mesi ormai non conta su nessuna entrata da bigliettazione. «È una misura temporanea, cerchiamo di aprire la basilica nei suoi diversi aspetti in corrispondenza delle norme ministeriali, abbiamo dovuto mettere a punto di corsa i passaggi – sottolinea il primo procuratore Carlo Alberto Tesserin – La Basilica è chiusa ai visitatori da sei mesi secchi, credo che anche i veneziani siano coscienti dell’enorme difficoltà in cui ci troviamo e capiranno il perché di questa decisione. L’ingresso è limitato a 200 persone, abbiamo bisogno come non mai di entrate: chiediamo un aiuto di tre euro, senza fare distinzioni tra turisti e non». Già in passato si era discusso di un biglietto d’ingresso, ma il Patriarca si era sempre opposto all’idea e solo le chiese del circuito «Chorus» hanno mantenuto l’obbligo di pagare l’ingresso al di fuori delle funzioni. «Per permettere il contingentamento degli ingressi e la prenotazione, non costringendo tra l’altro a dover ricorrere ancora agli ammortizzatori sociali – si legge nella nota congiunta di Patriarcato e Procuratoria –, la Procuratoria ha fissato un contributo di 3 euro per la prenotazione delle visite. Si tratta di un modo concreto di partecipazione alla conservazione di questo manufatto».
Se nel 2019 gli incassi erano pari a 12 milioni di euro, dall’inizio della pandemia l’unica «boccata» di ossigeno è stata tra giugno e ottobre 2020 quando è stato riaperto il museo della Basilica e il campanile. «Rapportando il 2019 al 2020, abbiamo incassato anche meno del 25 percento – spiega Tesserin – La Basilica ci costa al mese quasi un milione di euro, nel 2020 siamo riusciti a chiudere il bilancio con una perdita contenuta di 300mila euro, ma solo grazie ai contributi e ai mesi prepandemia». L’ulteriore problema è la previsione di aumento progressivo dei costi. «I danni provocati dalle acque alte sono diventati di una dimensione incalcolabile – dichiara Tesserin – non c’è più tregua». Si aspetta l’avvio dei lavori per il progetto di tutela con le barriere di vetro, in attesa del più complesso progetto di rialzo della Piazza. «Abbiamo bisogno che i lavori siano realizzati e conclus i ent ro novembre – continua Tesserin – altriment i s a r à d r amma t i - co». Il primo procuratore ricorda che la Basilica non ha mai smesso di mantenere la sua funzione pr inc ipa l e , quella relig i o s a . « L e funzioni ci sono state sempre, ogni giorno ospit i amo tre messe, il sabato e la domenica consentiamo l’accesso dalla porta principale – conclude – L’entrata per i bambini continua a essere gratuita poi, quando avremo ridefinito tutti i percorsi e in base alla situazione siamo pronti in caso a tornare indietro » . Per ora, l’unico modo per tenere in vita la complessa «macchina» della Basilica è chiedere l’aiuto di tutti. Anche dei veneziani.