Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Venezia, il freno tirato

Pari senza reti e pochissimi brividi con il Pordenone Occasioni sfruttate male, un gol di Aramu annullato E lunedì a Cittadella c’è da difendere il quinto posto

- Francesco Bottazzo

Dunkan Niederauer a fine gara dà la carica, la partita più importante (gli spareggi per la serie A) deve ancora cominciare. Il pari con il Pordenone, il secondo consecutiv­o, lascia un po’ l’amaro in bocca: perché gli arancioner­overdi non hanno sfruttato un paio di ripartenza a campo aperto e soprattutt­o perché la rincorsa al quarto posto (che permette di evitare il primo turno dei play off) si esaurisce.

Il Venezia rallenta sul più bello, forse tira il fiato, dopo una corsa incredibil­e che lo ha catapultat­o (sempre) nei primi posti della classifica. Forse c’è stato un rilassamen­to dopo aver raggiunto matematica­mente, martedì scorso a Pisa, l’obiettivo principale: gli spareggi. Il primo sarà già giovedì prossimo, dopo l’ultima di campionato lunedì a Cittadella che disegnerà la griglia di partenza, ancora da definire. Per gli arancioner­overdi è il secondo 0-0 al Penzo, dopo quello con la Spal (possibile prima avversaria, per altro). Peccato per il gol di Aramu a otto minuti dalla fine, annullato per un chiaro fuorigioco di Bocalon, sulla traiettori­a del tiro. Peccato per alcuni contropied­e sfruttati male, ma il Pordenone (affamato di punti per salvarsi) dell’ex Domizzi, non è rimasto a guardare, anzi l’ultimo brivido è stato proprio per i lagunari che si sono salvati in extremis da una mischia vicina a degenerare nel gol incassato. Per i friulani l’incubo dei playout è ancora vivo, tutto si deciderà solo nello scontro diretto con il Cosenza. Zanetti sceglie gli undici da mandare in campo guardando anche al lungo l’elenco dei diffidati, pensando alle partite ravvicinat­e dei prossimi giorni e agli infortunat­i. Tirano il fiato Johnsen, Crnigoj e Ricci, Svoboda sostituisc­e un Modolo malconcio, ma non è stata la giornata migliore dei lagunari con diversi elementi sottotono. Lo schieramen­to dei neroverdi, tesi a difenderdi si ma pronti a far male nelle ripartenze ( come quando Taugourdea­u recupera provvidenz­ialmente su Zamarini), ha fatto il resto.

Pochi gli spazi lasciati liberi dal Pordenone, ma quando si sono creati il Venezia non è riuscito a sfruttarli, sbagliando il passaggio finale. Ne sa qualcosa Di Mariano, che in un contropied­e a campo aperto (tra contro uno) non ha servito tempestiva­mente i compagni meglio piazzati. A poco sono serviti anche i cambi dei Paolo Zanetti, che per l’assalto finale ha inserito tutti gli attaccanti che aveva in panchina per cercar di vincere la partita. Le occasioni più pericolose? Sono state nei piedi degli arancioner­overdi fin da inizio partita, quando prima Forte e poi Di Mariano mancano la zuccata vincente. Poi alla mezz’ora è Maleh a sbucciare il palo con un diagonale più facile da mandare in porta che da sbagliare. Nella ripresa prima Forte (tiro centrale), poi Svoboda in seguito a un calcio d’angolo (gran deviazione del portiere) sfiorano il vantaggio. Ma il pressing finale è stato tutto dei Ramarri che, consci dei risultati favorevoli dagli altri campi, hanno cercato di chiudere la pratica salvezza: fuori di un soffio il diagonale di Ciurria, parato un gran tiro di Berra, sventata all’ultimo secondo la mischia davanti alla porta.

Ora ultimo atto a Cittadella, prima dei playoff: c’è il quinto posto da difendere.

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Grande intervento del portiere Persisan su un’azione veneziana nell’area del Pordenone (Vision)
Occasione Grande intervento del portiere Persisan su un’azione veneziana nell’area del Pordenone (Vision)

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