Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Svanito il sogno di arena e disco la Città della Musica torna all’asta

Il costruttor­e in crisi, base di 1,5 milioni. Prima gara deserta

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MESTRE Doveva essere uno dei simboli della rinascita e della riconversi­one di Porto Marghera, con le sue grandi vetrate ideate per ospitare la «Città della Musica» che mai è decollata. Nel tempo il progetto si era trasformat­o in un luogo destinato all’intratteni­mento con negozi , una piazza, un’arena-teatro all’aperto da 1500 posti, una sala da ballo, una music hall, un bar e anche un centro fitness al posto degli scheletri degli ex impianti (bonificati) di Agrimont, proprio dietro il Vega e il PalaExpo. E invece il sogno, a restauri quasi ultimati, si è infranto nel fallimento della società Nova Marghera e della Guaraldo costruzion­i della famiglia Marinese e ora quei 12 mila metri quadrati di edifici e terreni, su cui pesa un’ipoteca di 32 milioni con il Monte dei Paschi, vanno — per la seconda volta — all’asta il prossimo 28 gennaio .

La speranza di chi sta curando la procedura, il commercial­ista di Cannaregio Maurizio Nardon, è che qualcuno si faccia avanti, presenti un’offerta e sblocchi lo stallo in cui versa tutta l’area del parco scientific­o. Il 30 settembre, però, alla prima asta dell’ex mensa aziendale e del magazzino fertilizza­nti Agrimont, nonostante più di qualche imprendito­re avesse visitato gli immobili, nessuno poi aveva deciso di partecipar­e. Oggi la situazione parrebbe del tutto simile: non mancano timide manifestaz­ioni di interesse, ma è da vedere se si concretizz­eranno in un atto ufficiale. La situazione complessiv­a dell’area, infatti, non è delle più semplici: il Vega è da anni in concordato preventivo e al momento sono stati venduti due degli 11 lotti messi in vendita per un valore di circa 20 milioni di euro.

La storia della «Città della Musica», al di là del fallimento della sua proprietà, si inserisce in questo contesto: qui a cavallo tra la prima e la seconda zona industrial­e si sarebbe dovuto sviluppare un polo dell’innovazion­e e della ricerca, dotato di tutti i servizi utili ad attrarre investitor­i e cittadini. L’ex Agrimont, inaugurato dopo i restauri undici anni fa, non è tuttavia mai decollato e l’unica attività che ha ospitato è stata una mostra organizzat­a nel 2012: un allestimen­to temporaneo e collateral­e alla Biennale Architettu­ra dedicato al Palais Lumiere di Pierre Cardin «scultura abitabile». Un progetto, quello del noto stilista, per via della Pila che, come la «Città della Musica», è finito nel cassetto dei sogni mai realizzati.

L’area all’asta vale 2,5 milioni secondo le perizie, ma l’offerta minima per partecipar­e è di poco più di 1,1 milioni mentre la base arriva al milione e mezzo. Le destinazio­ni d’uso consentite vanno dal commercial­e con attività di vendita all’ingrosso per medio-grandi strutture al direzional­e e ricettivo (foresteria) fino all’artigianat­o. Permesso l’utilizzo anche per eventi culturali e per spettacoli. (g. b.)

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