Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Addio a Pamio l’architetto con la passione del design
«Ogni oggetto possiede un anima che deve essere studiata nella relazione tra l’oggetto stesso e il contesto circostante». Così diceva Roberto Pamio, architetto mestrino con studio a Scorzè, che nella notte tra mercoledì e ieri è morto all’età di 85 anni. Pamio è stato un nome importante dell’architettura e del design veneziano. Nato nel 1937, già negli anni Cinquanta, giovanissimo, aveva conosciuto protagonisti del panorama locale e non solo come Emilio Vedova, Bruno Saetti e Luigi Candiani che lo avevano stimolato a cercare un suo stile e una propria tecnica. Laureato allo Iuav nel 1969, poi si è diviso tra architettura e design, con tante esperienze all’estero, tra Messico, New York. Madrid e Parigi. «L’esperienza con il prodotto industriale – aveva scritto di sé stesso – mi ha portato ad affinare la ricerca e l’uso dei materiali, prediligendo quelli poveri come il laminato plastico, il ferro, oppure materiali della tradizione identitaria del territorio come il vetro soffiato». Si era dedicato, per esempio, con il suo studio Pamio Design, in cui lavoravano anche i figli Matteo e Paolo, al mondo dell’illuminazione, collaborando con realtà importanti come Artemide, Fabbian, iGuzzini, Leucos (di cui progettò la sede proprio a Scorzè), ma anche del mobile e dei complementi per la casa. Aveva arredato molte abitazioni lussuose e loft, punti vendita di marchi prestigiosi e uffici. Un paio d’anni fa i Musei civici di Treviso dedicarono una mostra proprio sulla sua arte e sulle sue invenzioni di design. (a. ga.)