Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ventuno arresti e 288 denunce «Spesso nasce dall’alcol»
Le caserme illuminate di arancione, la «maratona di solidarietà» all’M9, i video social del sindaco. Ma nella giornata contro la violenza di genere a colpire con più forza restano i numeri di un fenomeno sempre troppo frequente. Come spiega il procuratore aggiunto Paola Mossa, che coordina l’area di «codice rosso», «i numeri delle denunce restano sempre molto alti e riguardano tutti i contesti culturali e sociali e spesso sono situazioni legate all’abuso di alcol». I carabinieri, approfittando dell’occasione per un bilancio annuale, confermano con i dati: in dodici mesi 21 persone arrestate (sia su ordinanza del tribunale, sia d’iniziativa dell’Arma), 13 individui allontanati dalla casa di famiglia e addirittura 288 denunce in libertà, sempre per casi di violenza sulle donne. I numeri della questura raccontano di come, solo nell’ultimo mese, siano stati necessari tre arresti: l’ultimo, un italiano classe 1968, era appena uscito di galera quando ha deciso di tornare a tormentare l’ex compagna; prima di lui, tra fine ottobre e inizio novembre, un 57enne polacco e un 48enne di origini turche. Non è raro, in questi casi, che le aggressioni, i maltrattamenti e le prevaricazioni si estendano dalla moglie alle figlie, come è successo in uno dei recenti casi che hanno visto l’intervento dei poliziotti. Le conseguenze più spaventose, nel Veneziano, si sono già viste: come ricordava ieri l’ex sindaco di Cavarzere Henri Tommasi sono passati appena tre anni dallo spaventoso omicidio di Maila Beccarello, massacrata di botte dal compagno Natalino Boscolo Zemello che l’aveva ridotta a una prigioniera e che, una notte dell’agosto 2018, l’ha uccisa a pugni per un banale litigio. Perché tragedie come quella si verifichino sempre più raramente occorre mantenere alta la guardia, ma anche pensare sempre a nuovi modi di rendere forti le vittime: la presidente del consiglio comunale di Venezia Ermelinda Damiano, intervenendo ieri alla maratona di solidarietà organizzata da M9 e Mestre Mia, ha portato come esempio il «reddito di libertà» riconosciuto recentemente dall’Inps. «Lavoriamo tutti assieme, anche culturalmente - ha chiesto il sindaco Luigi Brugnaro - per far capire che la violenza contro le donne è violenza contro il futuro di tutti».