Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Un Veronese dal Prado per la «Fabbrica del Rinascimen­to»

- Veronica Tuzii

La brillantez­za cromatica, il gioco di luci e ombre delicatame­nte sfumato, l’eleganza aristocrat­ica delle figure, la magnificen­za dello spettacolo. Brividi di riflessi iridescent­i pervadono il Ritrovamen­to di Mosè (1580 ca) di Paolo Veronese, custodito dal Museo del Prado di Madrid. Come si costruisce un capolavoro? A svelarci il dietro le quinte la mostra «La Fabbrica del Rinascimen­to. Processi creativi, mercato e produzione a Vicenza», allestita nella Basilica Palladiana dall’11 dicembre al 18 aprile 2022, promossa dal Comune di Vicenza, a cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Mattia Vinco (catalogo Marsilio Arte). Il quadro è una delle più riuscite tra le diverse creazioni del maestro cinquecent­esco dedicate al Mosè salvato dalle acque. L’esposizion­e accosterà per la prima volta alla tela che giungerà dalla Spagna a Vicenza il disegno preparator­io dal Fitzwillia­m Museum di Cambridge sul tema poi sviluppato nelle varie repliche. Il foglio di Studi per il Ritrovamen­to di Mosè (1582 ca) «mostra la mentalità del Veronese nel concepire l’opera, col pittore che non compone la scena ma procede nelle prove di singole figure o gruppi in una serie di varianti, con assestamen­ti progressiv­i», spiega Beltramini. Ma il colpo di teatro è un altro. Questo modo di studiare l’opera ponendo diverse possibilit­à una accanto all’altra è simile al modo di progettare di Andrea Palladio. Accanto al dipinto e agli «appunti grafici» del Veronese ecco un disegno preliminar­e del grande architetto per Palazzo Volpe a Vicenza: «Palladio – marca Beltramini – traccia la pianta dell’edificio, poi tratteggia 18 possibili soluzioni: entrambi procedono per alternativ­e, forse per la comune formazione come tagliapiet­ra, usi a scomporre un oggetto da scolpire nelle diverse parti costituent­i». Ed è questo il format della proposta dell’attesa mostra, che ricostruis­ce con una novantina di opere da musei italiani e internazio­nali e con inedite reunion l’avventura culturale e trent’anni dell’eccezional­e vita artistica vicentina, grazie all’incontro tra Palladio, Veronese, Jacopo Bassano e Alessandro Vittoria. Un architetto, due pittori e uno scultore che lavorarono insieme per portare nella città berica un Rinascimen­to «alternativ­o» rispetto a quello della vicina Venezia dominato dal Tiziano e Sansovino. La rassegna restituisc­e il backstage di un periodo artistico esaltante. Un’indagine che investiga sui processi creativi e i rapporti fra artisti e committent­i.

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Il quadro di Veronese e il disegno preparator­io
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