Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il blitz «marchia» i negozi sfitti «Bisogna abbassare i canoni»
Freak of Nature segna 143 locali. L’appello di Confesercenti. Costalonga: più park
MESTRE Il blitz è scattato alle 22 e si è concluso alle 5: sette ore in cui ha censito tutti i negozi sfitti di Mestre disegnando sulle vetrine i suoi bambù. A gennaio l’aveva fatto a Venezia, ieri è toccato a Mestre dove la street artist milanese Freak of Nature ha dipinto 143 piante su altrettanti negozi vuoti. «E’ un modo per accendere i riflettori su un problema che interessa tante città che stanno diventando sempre più dei luoghi fantasma», spiega la street artist che da anni vive in Veneto dove ha replicato l’iniziativa in altri sette centri urbani. «Conosciamo bene il problema degli sfitti a Mestre. Il punto è trovare soluzioni, che passano in primis dai proprietari che devono abbassare il costo degli affitti», commenta il direttore di Confesercenti Venezia Rovigo Maurizio Franceschi.
Altro nodo sarebbe quello dei parcheggi, necessari per attirare potenziali clienti da altri territori e rilanciare il commercio mestrino. «I park sono pochi — dice l’assessore alle attività produttive Sebastiano Costalonga — ma ne ricaveremo di nuovi recuperando alcuni spazi ed evitando nuove cementificazioni». Fatto sta che, intanto, sono tante le vetrine abbassate e ieri i bambù di Freak of Nature si susseguivano in piazza Ferretto, via Olivi, via Carducci e via Piave. «Il bambù rappresenta l’uomo: è una pianta infestante, capace di adattarsi, si piega ma non si spezza : sintetizza l’artista precisando il suo messaggio — disegnarla sulle vetrine è anche un auspicio: che presto quegli spazi tornino a vivere e che al posto del bambù arrivino uomini in carne e ossa. Troppi spazi vuoti indicano infatti la perdita di identità di una città e aprono lo spazio al degrado urbano e umano. Mestre ha un centro molto bello ma durante la performance, fatta di notte, ho trovato anche tanto degrado nelle zone più periferiche». I 143 bambù sono facilmente removibili dalle vetrine: sono dipinti con colori cancellabili, ma il messaggio è forte anche perché in alcune vie erano uno dietro l’altro. «Da anni facciamo il conteggio dei locali sfitti — ribadisce Franceschi — di recente ci sono state nuove aperture ma quasi tutte legate al food che soffre meno la concorrenza online. La verità è che, anche a causa della crescita del commercio in rete, non c’è più la domanda di alcuni anni fa e i proprietari degli spazi devono adeguare le richieste di affitto al mercato».
Tra un mese Confesercenti presenterà il suo report sugli sfitti, l’ultimo, di un anno fa, ne contava 137 in centro. Significa che il 21,7 per cento delle vetrine aveva la serranda abbassata. Un dato doppio rispetto a quello del 2012 ma in miglioramento rispetto al 2019 e al 2020 quando erano rispettivamente il 22 e il 24 per cento. Discorso a parte piazza Ferretto dove i dati erano in peggioramento anche un anno fa, quando i locali sfitti avevano toccato il 27,6 per cento. «Molti dei negozi che l’artista aveva segnalato a Venezia adesso hanno riaperto — precisa però l’assessore al commercio Sebastiano Costalonga — su Mestre, oltre che sui parcheggi, ci stiamo ci stiamo muovendo su più fronti: a breve vorrei proporre un concorso di idee con categorie e operatori per pensare a come rendere più attrattiva la città. Quest’estate, visto che pochi giorni fa è stato votato il rendiconto del Comune, proporremmo poi delle manovre espansive».