Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
All’Olimpico per l’ultima carta Ma c’è da sperare nell’Empoli
Residue chance, stasera, legate alla vittoria con la Roma, ma alle 15 la Salernitana deve perdere al Castellani: anche con un pari sarà già serie B
L’appuntamento vero, questa volta, non è alle 20.45 allo stadio Olimpico. Bensì alle 15 al Castellani, perché EmpoliSalernitana, di fatto, potrebbe rendere inutile Roma-Venezia ai fini di una corsa salvezza che ha assunto i contorni di una vera e propria missione impossibile.
Se i granata di Davide Nicola, infatti, riusciranno a conquistare almeno un punto oggi pomeriggio, il Venezia tornerà automaticamente in Serie B con una giornata di anticipo. In caso di ko della Salernitana, invece, ci sarà ancora una piccolissima speranza, legata a un’unica congiuntura: ossia a un doppio successo arancioneroverde (stasera con la Roma e domenica prossima con il Cagliari) e un ulteriore ko campano contro l’Udinese all’Arechi all’ultima di campionato. Questo perché, in caso di arrivo a pari punti, la Salernitana sarebbe in vantaggio negli scontri diretti (2-1 e 2-1) contro il Venezia, che quindi può solo sperare in un ipotetico sorpasso. La tradizione all’Olimpico? Estremamente negativa. Il Venezia non segna un gol in casa della Roma e in un campionato dalla stagione 1962-1963. Allora, nella diciassettesima giornata di Serie A, la sfida terminò col punteggio di 2-2 e per la squadra lagunare andò a segno Gino Raffin con una doppietta. Il calendario segnava la data del 13 gennaio e sabato saranno trascorsi oltre ventunomila giorni, quasi 60 anni. Dopo quella domenica, a suo modo storica per il Venezia, i giallorossi hanno inanellato quattro vittorie senza soluzione di continuità nei successivi faccia a faccia con i lagunari. Così il bilancio dei 13 incontri disputati finisce con strizzare l’occhio alla Roma:
9 vittorie contro le due veneziane, più due pari; 25 marcature contro 11.
Per ritrovare un blitz del Venezia bisogna tornare indietro addirittura al 1939-1940, quando il Venezia si impose all’Olimpico 2-0 e nel 19461947 2-1. All’andata, invece, tornando indietro di qualche mese, ecco la sorpresa che non t’aspetti. Al Penzo finì 3-2 per l’allora squadra di Zanetti: Caldara al 3’, Shomurodov al 43’, Abraham al secondo minuto di recupero della prima frazione, Aramu su rigore al 65’, per chiudere con Okereke al 74’. Ma se alla vigilia di quel match i punti di differenza in classifica fra i due club erano 10, comunque tanti, adesso sono saliti a 34. La squadra giallorossa lotta per un posto in Europa League e «vede» la finale di Conference da qui a pochi giorni, il Venezia invece ha le spalle al muro, inchiodato all’ultimo posto dopo una caduta libera interrotta solo domenica scorsa, con la vittoria contro il Bologna con un rocambolesco 4-3. Soncin recupera Ampadu, che torna a disposizione dopo la squalifica di un turno rimediata a Salerno e ci sono anche Ceccaroni e Vacca. È stata confermata, nelle intenzioni della vigilia, anche la difesa a tre con Svoboda, Caldara e Ceccaroni. Ma c’è una variante che riguarda Ampadu, giudicato insostituibile sia da Zanetti che da Soncin. Potrebbe sostituire in difesa Svoboda o essere spostato a centrocampo al posto di Crnigoj.
In attacco Aramu o Johnsen in appoggio a Henry, a caccia del decimo gol. Favorito il prima ma il norvegese ha segnato il gol-vittoria con il Bologna e si candida per una maglia da titolare. Soncin ci sta pensando seriamente.
In campo Soncin punta a riprorre la difesa a tre, davanti Aramu o Johnsen in appoggio a Henry