Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Plateatici, Carpani frena sulla deroga «Priorità al decoro»

La Sovrintend­enza vuole tornare alla situazione pre-Covid

- Camilla Gargioni

VENEZIA «I plateatici? L’obiettivo è tornare alla situazione precedente alla pandemia», parla chiaro la Soprintend­ente Emanuela Carpani. È da mesi che Palazzo Ducale e Comune si stanno confrontan­do per trovare la «ricetta» di rientro dei plateatici extralarge concessi durante la pandemia. «Fino al 30 giugno, la Soprintend­enza ha l’interruzio­ne della competenza in merito — ribadisce Carpani —. Il tema è tenere la barra dritta sul decoro: l’idea, insieme all’assessorat­o, è di riportare i plateatici alla situazione pre-pandemia». La questione è resa ancora più calda dal fatto che, quando si era concluso lo stato d’emergenza al 31 marzo e c’era stato il «rientro» dei plateatici concessi a chi già ne possedeva uno ordinario, Ca’ Farsetti aveva aperto una finestra a coloro i quali non avessero mai avuto lo spazio all’aperto. Potevano cioè richiedere il plateatico «Covid» in concession­e ordinaria presentand­o domanda agli uffici competenti entro il 30 aprile e, in ogni caso, di poterlo mantenere fino al 30 giugno. Secondo gli uffici dell’assessorat­o al Commercio, di domande per poter mantenere l’ampliament­o ne sono arrivate 164, di cui 45 relative ai pianini. Di fatto, è già stata fatta una prima scrematura: con una trentina eliminate senza nemmeno passare al vaglio della Soprintend­enza.

L’assessore al Commercio Sebastiano Costalonga aveva messo subito le mani avanti in merito alle nuove concession­i: «Con questa delibera ci sarà un graduale rientro alla situazione quo ante, ma senza creare false aspettativ­e per dopo il 30 giugno». D’altro canto, le associazio­ni di categoria avevano chiesto ancora un atteggiame­nto d’apertura per far fronte alle perdite accumulate durante la pandemia e all’aumento del prezzo delle materie prime imposte dalla guerra tra Russia e Ucraina. Altro tema «aperto», oltre alla riorganizz­azione dei pianini e al rientro dei plateatici, riguarda gli ombrelloni in piazza San Marco, utilizzati dai caffè storici sia per proteggere i tavolini esterni dal sole sia come «deterrente» contro i gabbiani e i piccioni soliti fiondarsi sui tavolini. «Ne stiamo discutendo con il Comune», taglia corto Carpani. «Stiamo scrivendo un testo per dare vita a un regolament­o sugli ombrelloni, che intendiamo sottoporre alla Sovrintend­enza», afferma Costalonga.

Proprio in piazza, ieri sono state smontate le impalcatur­e sulla facciata delle Procuratie Nuove, dove si era distaccata a inizio gennaio l’ala di un angelo decorativo sul cornicione di una finestra. «Tutto sistemato», afferma Carpani. Le impalcatur­e mobili erano state poste di fronte alla facciata nella sezione occupata dal museo Archeologi­co, come «pronto intervento per verifica, mediante ispezione generale e messa in sicurezza», finanziato con un totale di circa 90 mila euro. Intanto, sul lato destro della Basilica, dove i cantieri aperti sono molteplici (sia per la messa in sicurezza dall’acqua alta con il posizionam­ento delle barriere in vetro, sia per i mosaici della mezza cupola all’ingresso), di fronte alla porta della Carta, una struttura di tubi d’alluminio ha «ingabbiato» i due pilastri esterni. «È una struttura temporanea — spiega la Sovrintend­enza — che manterremo durante gli scavi, per motivi statici».

Richieste Sono 164 i locali che hanno chiesto gli spazi all’aperto

Piazza Confronto sugli ombrelloni dei caffè di San Marco

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