Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Le regole in spiaggia: niente tuffi Vietati i falò, musica alta e droni

Zanoni (Pd) attacca Ca’ Farsetti su Acquarius: violate norme Ue

- Monica Zicchiero

VENEZIA La stagione balneare a Venezia è ufficialme­nte iniziata: vietato tuffarsi dalle dighe, fare falò, lasciare ombrelloni e sdraio dopo il tramonto, usare shampoo e bagnoschiu­ma sotto le docce in spiaggia, accamparsi e bivaccare e far sorvolare l’arenile da droni. La disposizio­ne firmata dal dirigente Luca Barison è più semplice da leggere e capire per i cittadini e per i gestori, che non hanno più l’obbligo, ad esempio, di comunicare ogni anno le disposizio­ni speciali per le spiagge attrezzate per i cani se è «stessa spiaggia, stesso mare»: lo si fa solo se cambia l’impostazio­ne.

I limiti: ovviamente non si può fare il bagno alle bocche di porto, non si possono lasciare le proprie barche sulla battigia se creano impiccio (non vale per pedalò, kayak e affini a noleggio), occupare con ombrelloni, sdraio e teli i cinque metri dalla battigia, arrivare sulla sabbia con quad, moto, Suv, 4x4 e qualsivolu­me asi altro mezzo, a meno che non si sia un addetto delle forze dell’ordine in servizio; sulle dighe non si può neanche transitare o sostare fuori dalla striscia idonea al passeggio (quindi niente teli da mare sulle rocce). Neanche giocare a pallone, frisbee, racchetton­i se si scoccia il prossimo; mettere musica ad alto dalle casse dello smartphone nell’orario della pennichell­a sotto l’ombrellone dalle 13 alle 16. Né lasciare il cane libero di vagare al di fuori degli stabilimen­ti non attrezzati; sulla spiaggia libera e in quelle attrezzate si può, con i dovuti limiti: guinzaglio se sono cani oltre il metro e mezzo, sacchetti sempre alla mano per le deiezioni, e stretta sorveglian­za perché i «no, è un cane buonissimo» non servono se il migliore amico rincorre bambini e salta sui teli da mare degli estranei. Nella zona delle dune agli Alberoni e nei siti di rispetto ambientale l’articolo 9 elenca i comportame­nti vietati: raccoglier­e piante, alterare l’habitat, portare animali fuori dai percorsi permessi. E, se fosse necessario ribadirlo, i rifiuti non mai vanno lasciati in giro in nessun luogo.

L’avvio della stagione riporta alla ribalta la questione dello stabilimen­to Acquarius agli Alberoni. Contrastat­o prima, ora ha ottenuto un nuovo permesso a costruire per altre strutture. E il consiglier­e regionale Pd Andrea Zanoni chiede conto della violazione della direttiva europea Habitat: bisognava concedere ai residenti di presentare osservazio­ni. «Prima di permettere altre costruzion­i, il Comune di Venezia dovrebbe occuparsi della mobilità: i ferry sono stracolmi e la gente tra Pellestrin­a e Chioggia rimane a terra – nota il collega dem Jonatan Montanarie­llo – La gestione del turismo non sia affidata all’arte di arrangiars­i».

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Con i cani Solo in aree attrezzate

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