Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Le regole in spiaggia: niente tuffi Vietati i falò, musica alta e droni
Zanoni (Pd) attacca Ca’ Farsetti su Acquarius: violate norme Ue
VENEZIA La stagione balneare a Venezia è ufficialmente iniziata: vietato tuffarsi dalle dighe, fare falò, lasciare ombrelloni e sdraio dopo il tramonto, usare shampoo e bagnoschiuma sotto le docce in spiaggia, accamparsi e bivaccare e far sorvolare l’arenile da droni. La disposizione firmata dal dirigente Luca Barison è più semplice da leggere e capire per i cittadini e per i gestori, che non hanno più l’obbligo, ad esempio, di comunicare ogni anno le disposizioni speciali per le spiagge attrezzate per i cani se è «stessa spiaggia, stesso mare»: lo si fa solo se cambia l’impostazione.
I limiti: ovviamente non si può fare il bagno alle bocche di porto, non si possono lasciare le proprie barche sulla battigia se creano impiccio (non vale per pedalò, kayak e affini a noleggio), occupare con ombrelloni, sdraio e teli i cinque metri dalla battigia, arrivare sulla sabbia con quad, moto, Suv, 4x4 e qualsivolume asi altro mezzo, a meno che non si sia un addetto delle forze dell’ordine in servizio; sulle dighe non si può neanche transitare o sostare fuori dalla striscia idonea al passeggio (quindi niente teli da mare sulle rocce). Neanche giocare a pallone, frisbee, racchettoni se si scoccia il prossimo; mettere musica ad alto dalle casse dello smartphone nell’orario della pennichella sotto l’ombrellone dalle 13 alle 16. Né lasciare il cane libero di vagare al di fuori degli stabilimenti non attrezzati; sulla spiaggia libera e in quelle attrezzate si può, con i dovuti limiti: guinzaglio se sono cani oltre il metro e mezzo, sacchetti sempre alla mano per le deiezioni, e stretta sorveglianza perché i «no, è un cane buonissimo» non servono se il migliore amico rincorre bambini e salta sui teli da mare degli estranei. Nella zona delle dune agli Alberoni e nei siti di rispetto ambientale l’articolo 9 elenca i comportamenti vietati: raccogliere piante, alterare l’habitat, portare animali fuori dai percorsi permessi. E, se fosse necessario ribadirlo, i rifiuti non mai vanno lasciati in giro in nessun luogo.
L’avvio della stagione riporta alla ribalta la questione dello stabilimento Acquarius agli Alberoni. Contrastato prima, ora ha ottenuto un nuovo permesso a costruire per altre strutture. E il consigliere regionale Pd Andrea Zanoni chiede conto della violazione della direttiva europea Habitat: bisognava concedere ai residenti di presentare osservazioni. «Prima di permettere altre costruzioni, il Comune di Venezia dovrebbe occuparsi della mobilità: i ferry sono stracolmi e la gente tra Pellestrina e Chioggia rimane a terra – nota il collega dem Jonatan Montanariello – La gestione del turismo non sia affidata all’arte di arrangiarsi».