Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Affitti, i proprietari non vogliono immigrati» Lettera al prefetto
La denuncia del Sunia. Lastrucci: recuperare case pubbliche
VENEZIA «Sono immigrati? Non li vogliamo». Se lo sente ripetere di continuo la segretaria provinciale di Sunia Venezia Ivana De Rossi, che fuori dal suo studio ha in fila una cinquantina di persone: famiglie sfrattate per morosità incolpevole, o per finita locazione, che si rivolgono a lei per trovare una nuova casa. Il 70 per cento sono straniere e per loro la ricerca di una nuova abitazione è un incubo. «Le agenzie immobiliari non affittano a immigrati anche se questi documentano un reddito da lavoro sicuro. Seguono le indicazioni dei proprietari che non vogliono stranieri. Purtroppo il colore della pelle fa ancora la differenza», denuncia De Rossi, che ha scritto al prefetto Vittorio Zappalorto per chiedere un incontro e trovare soluzioni a un fenomeno che, dopo lo sblocco degli sfratti sancito a fine anno, sta assumendo proporzioni ingestibili e non riguarda solo gli stranieri.
De Rossi non fa in tempo a finire la frase, che entrano marito e moglie con tre figli, la più piccola di appena tre mesi. Sono stati sfrattati per finita locazione e il Comune ha trovato una sistemazione temporanea, «a pagamento» in una stanza di albergo. Ma a fine mese se ne dovranno andare e cercano disperatamente un alloggio. «Casi così ne vedo tutti i giorni: ho un lungo elenco di persone dirottate in alberghi o in camping», aggiunge De Rossi. Alcune settimane fa, la dirigente nazionale di Unione Inquilini Matelda Bottoni aveva infatti avvertito che nel solo Comune di Venezia ci sarebbero 2 mila nuclei a rischio sfratto. Nella lettera al prefetto, De Rossi si sofferma su chi ha perso il lavoro e non ha disponibilità economica. «L’autorità pubblica deve occuparsi del problema di chi non ha possibilità economiche per procurarsi un alloggio in affitto nel libero mercato. Fornire un alloggio pubblico a chi ne ha bisogno è un dovere», dice la missiva. Se da un lato il sindacato ribadisce che il problema sfratti riguarda anche tante famiglie italiane, dall’altro evidenzia la questione immigrati che, anche se dopo lo sfratto hanno reperito un nuovo lavoro, non trovano un alloggio nemmeno nel libero mercato, perché i locatari preferiscono dare la casa a studenti o aprire un b&b; molto più remunerativo.
«Purtroppo ci sono diversi proprietari che non vogliono affittare a stranieri: viviamo in un territorio che non brilla per accoglienza e inclusività», ammette il segretario dell’Unione piccoli proprietari immobiliari (Uppi) Valerio Lastrucci, che ricorda che la grande maggioranza degli extracomunitari paga regolarmente, ma c’è stato anche chi ha portato in casa 15 persone quando dovevano essere in due, facendo cattiva pubblicità ai connazionali. Lastrucci sottolinea anche, però, che a suo modo di vedere non c’è un aumento del razzismo, ma che la questione dei rifiuti agli stranieri si percepisce con più forza perché dopo due anni di crisi, e lo sblocco degli sfratti, il fenomeno interessa molte più persone. «Per chi è in difficoltà economica non si può però pensare che la questione sia risolta dai piccoli proprietari – conclude Lastrucci – l’attuale crisi si poteva prevedere fin dal 2019 e la pubblica amministrazione a tutti i livelli non ha fatto nulla. È pieno di alloggi pubblici sfitti che non vengono recuperati».