Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Speedline, Zaia ai sindacati «L’azienda rimanga aperta ho parlato con il ministro»
VENEZIA Oggi i sindacati, i lavoratori e i vertici aziendali saranno di nuovo a colloquio dal ministero dello Sviluppo economico, questa volta in presenza, a Roma. Ieri, però, la questione Speedline è arrivata anche a un altro tavolo, quello di palazzo Balbi, dove i rappresentanti dei lavoratori sono stati ricevuti dal presidente del Veneto Luca Zaia che ha confermato di essere informato sulla vicenda, che la sta seguendo attraverso l’assessore Elena Donazzan (Lavoro) e di aver già contattato il ministro Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) per ribadire la delicatezza dell’impianto di Santa Maria di Sala, dove sono impiegate più di seicento persone. «Il nostro obiettivo — ha detto Zaia — è e rimane quello che la proprietà riveda le proprie decisioni e che non venga chiuso lo stabilimento».
A dicembre, dopo una fuga di notizie, la proprietà è stata costretta a comunicare la decisione di chiudere e delocalizzare entro un anno, salvo poi tornare sui propri passi dopo una mobilitazione generale del territorio (in foto, il presidio di Natale). Al netto di rassicurazioni e accordi provvisori, però, gli svizzeri di Speedline a gennaio hanno continuato con le operazioni di campionatura, utili a trasferire la produzione altrove, tanto da far temere a sindacati e Regione il rischio di uno svuotamento dello stabilimento. Ne è seguito un periodo di tensioni, che si sono calmate solo alla nomina un advisor terzo, nominato dai sindacati, che ha presentato una sua analisi del caso Speedline in cui si contestano le recenti scelte aziendali e si prova a stendere un’ipotesi di rilancio incentrata sull’alta gamma. Il piano di investimenti non è però piaciuto alla proprietà svizzera che attraverso i suoi consulenti (gli stessi che hanno raccomandato la chiusura) lo hanno giudicato inapplicabile. Oggi al Ministero il difficile compito di cercare una mediazione, ancora una volta.