Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Veronafiere, Bricolo presidente ha ricucito tra Lega e Sboarina
Indicato dal sindaco: cordate elettorali decisive. L’uscente Danese diventa ad
VERONA Federico Bricolo è il nuovo presidente di Veronafiere, e rimarrà in carica per il triennio 2022-2025.Il presidente uscente, Maurizio Danese, è stato eletto nel nuovo cda, passato da 5 a 7 membri, e si prepara ad essere nominato consigliere delegato. Le decisioni sono state votate ieri quasi all’unanimità dall’Assemblea dei soci (salvo un voto contrario legato ad un dissenso sull’entità dei compensi agli amministratori) che ha provveduto anche all’approvazione del bilancio consuntivo 2021. I 7 membri del nuovo consiglio di amministrazione sono Romano Artoni, nominato vicepresidente, già consigliere dal 2017, vicepresidente dal 2017 al 2019 e presidente di UniT, società informatica del Gruppo Unicredit; Matteo Gelmetti (Fdi), confermato vicepresidente e Alberto Segafredo, analista finanziario e membro del Comitato finanza di Fondazione Cariverona, Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona ed infine Mario Veronesi, presidente del Gruppo Veronesi Spa.
Il nuovo presidente, Federico Bricolo, ha 56 anni ed è stato deputato e senatore per la Lega, nonché presidente dei senatori leghisti e sottosegretario ai Trasporti. Uomo di punta del Carroccio nell’èra di Umberto Bossi, era poi rimasto per diversi anni in posizione defilata. Nel luglio 2020 era entrato nel cda dell’Aeroporto Catullo, ma il gran ritorno alla politica militante era avvenuto il 26 luglio dello scorso anno, quando era divenuto il responsabile elettorale del Carroccio in vista delle elezioni comunali di Verona; e in questa veste era stato determinante nel far ritrovare un’intesa tra il Carroccio
e il sindaco Sboarina, dopo un lungo periodo di tensioni e scontri. Nell’assemblea dei soci di ieri pomeriggio non ci sono stati dissensi né tensioni, anche se nel mondo politico cittadino resta alta la polemica sulle nomine effettuate a poche settimane dal voto per il nuovo sindaco (e proprio al primo cittadino di Verona spetta, per statuto, l’indicazione del presidente).
La quasi-unanimità (con un voto contrario sul tema dei compensi) è significativa anche dopo le divergenze registrate in passato tra il Comune scaligero e Fondazione Cariverona: il nuovo Statuto era stato varato dopo lunghe discussioni, prevedendo al suo interno la creazione della figura del consigliere delegato, come chiesto da Cariverona. Nel ruolo di direttore generale rimane Giovanni Mantovani, almeno fino alla fine di giugno, quando
lo storico manager fieristico andrà in pensione (ma con la presidenza già affidatagli di una società collegata).
Il suo successore avrà probabilmente poteri meno ampi: con Danese consigliere delegato il nuovo direttore dovrebbe infatti occuparsi prevalentemente di questioni tecnicofinanziarie.
Definiti, dopo aver scontato il periodo tremendo, col blocco quasi completo dell’attività per tutto il primo semestre 2021, i dati del bilancio consuntivo. A livello di gruppo il fatturato è stato di 73,6 milioni di euro (senza i contributi ricevuti dallo Stato il fatturato sarebbe stato di 42,4 milioni con un incremento del 14% sul 2020), con un EBITDA positivo per 18 milioni, principalmente riconducibile alla ripresa del business nel secondo semestre oltre che ai contributi ricevuti, e un risultato netto di gruppo pari a 4,2 milioni di euro. Questi risultati, oltre all’aumento di capitale e all’incasso dei contributi, hanno consentito di riportare la posizione finanziaria «con i principali indicatori finanziari rientrati nella normalità». E Danese ha sottolineato come per la ripartenza siano stati «essenziali il conferimento di 30 milioni di euro da parte dei soci e i 31,2 di ristori, ottenuti grazie al grande lavoro fatto da Aefi con il governo e i ministeri preposti». Il neopresidente Bricolo ha ringraziato «il presidente uscente Danese per gli importanti risultati raggiunti così come il direttore generale, Giovanni Mantovani. Raccolgo un testimone importante – ha aggiunto Bricolo - e oltremodo sfidante sotto il profilo della competitività della quarta industria fieristica italiana».