Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il maxi-processo del vino fantasma la Botter paga e patteggia, i titolari no
Secondo la procura di Lecce sarebbero coinvolti, loro e l’azienda, nella maxiinchiesta – ora arrivata a processo – cosiddetta «Ghost wine», ovvero vino fantasma. Cioè quell’indagine che nel 2019 portò a scoprire un sistema di adulterazione in Salento: qui arrivavano migliaia di ettolitri di vino scadente prodotto in Spagna, che veniva poi alterato nei sapori e nei colori sino a renderlo assolutamente simile a quello originale, ma solo grazie a un mix di zucchero e sostanze chimiche. Poi veniva imbottigliato e ovviamente venduto a prezzo alto con etichette doc pregiate e il risultato era in grado di ingannare anche i consumatori più esperti.
In questo meccanismo fraudolento ci sarebbe anche la Botter, una delle principali aziende del settore, che ha sede a Fossalta di Piave. Secondo gli inquirenti sarebbe stata socia occulta della Megale Hellas di San Pietro Vernotico, una delle cantine più coinvolte nell’inchiesta. Per questo i pm leccesi hanno portato di fronte al gip sia la società per responsabilità oggettiva, che gli ultimi due titolari, l’85enne Arnaldo Botter e il 49enne Alessandro, assieme ad altre 47 persone e 11 società. Nei giorni scorsi si è aperto il processo e l’azienda ha chiesto di poter patteggiare la pena, risarcendo tutti gli enti coinvolti e mettendo sul tavolo alcuni milioni di euro. I due titolari, invece, hanno deciso di chiedere il proscioglimento in
udienza preliminare, ma se – come avviene quasi sempre in questi casi – saranno rinviati a giudizio, sono convinti di poter dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati. «La decisione di patteggiare, approvata dal cda di Botter Spa - spiega una nota dell’azienda - deriva dalla volontà della società e della nuova compagine azionaria di concentrare le proprie risorse sul nuovo piano industriale e sugli obiettivi futuri. L’azienda ha rinnovato il proprio spirito di piena collaborazione con le autorità e si è impegnata a non rilasciare ulteriori dichiarazioni che possano interferire con il corretto proseguimento degli atti processuali». (a. zo.)
Futuro L’azienda: vogliamo concentrarci solo sul piano industriale e sul futuro