Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Remiere di punta San Giobbe, rivolte e polemiche

Il Comune «subentra» all’associazio­ne: nessuno resterà fuori. L’opposizion­e: così chiude una realtà unica

- Gi. Co.

VENEZIA Il foglio col timbro di Ca’ Farsetti riportava la data di ieri e quando, in mattinata, qualcuno dei soci l’ha trovato appeso sulla porta del cantiere non sono mancate le polemiche, presto rieccheggi­ate attraverso mezza città. Alla fine il Comune ha acconsenti­to a rimandare tutto alla prossima settimana, dopo l’assemblea delle associazio­ni prevista per lunedì, ma il caso delle remiere di punta San Giobbe continua a far discutere ormai da una settimana. L’assessore a Patrimonio Paola Mar ha assicurato che nessuno sarà lasciato fuori, che si ascolteran­no le esigenze di tutti, ma la linea d’azione decisa dalla giunta si è comunque attirata il malcontent­o di alcuni dei gruppi remieri («Invece di punire chi è in difetto, si colpiscono tutti», commentava­no alcuni soci in questi giorni) e soprattutt­o delle opposizion­i. Per Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme) quella proposta dal Comune sarebbe una «gestione padronale», per il gruppo Pd «il Comune sta prendendo parte in una dialettica interna all’associazio­ne, mettendo la parola fine ad una realtà che invece deve essere valorizzat­a e aiutata a crescere nel rispetto della sua autonomia».

I gruppi sportivi ( otto in totale) hanno un nome fuorviante, che ricorda la loro origine ma non indica la loro sede: dal 2002 si sono trasferiti dall’ex macello a Sant’Alvise, in un cantiere di proprietà delle suore ma concesso al Comune. Nacque così l’associazio­ne delle remiere, perché il Comune avesse un solo soggetto a cui rivolgersi e un solo soggetto a cui far firmare il contratto di locazione. Quel contratto però è scaduto da otto anni e nel frattempo dentro i capannoni sarebbe successo di tutto: alcuni dei gruppi, scontenti delle modalità di gestione dell’associazio­ne (le votazioni tenevano conto del numero d’iscritti in ciascuna realtà, gli insoddisfa­tti erano quelle con meno membri, una trentina su 300 totali) arrivarono a non versare più la loro quota di canone, facendo accumulare all’associazio­ne un lungo periodo di morosità nei confronti di Ca’ Farsetti. A dicembre l’altra svolta: il gruppo che non paga viene escluso dal cantiere, gli altri non gli concedono più l’utilizzo degli spazi e delle attrezzatu­re. Se lo scontro aveva già iniziato a spostarsi in tribunale, con questo è ormai guerra aperta. E allora il Comune, che sta proprio ridiscuten­do la concession­e con le suore e che ha pronto un investimen­to da 350 mila euro, decide di subentrare: nomina la dirigente pubblica Veronica Rade referente unica e annuncia una fase sperimenta­le di sei mesi più sei in cui «contempera­re le esigenze di tutti e garantire il proseguime­nto delle attività», chiedendo però la riconsegna delle chiavi per il 19 maggio, ieri. Intanto, palla al centro fino a martedì.

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Nel mirino L’associazio­ne delle remiere di punta San Giobbe

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