Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Guerra in Forza Italia, ecco gli schieramenti
Posizionamenti a Nordest. Toffanin: «Sarebbe assurdo avere problemi ora che cresciamo»
VENEZIA I naviganti azzurri di lungo corso si scompongono appena davanti al tutti contro tutti in Forza Italia. Lo «sgarbo» della nomina di Licia Ronzulli, indicata come membro del cerchio magico berlusconiano, ai danni di Maria Stella Gelmini sarebbe solo una miccia. Sullo sfondo, e neppure troppo, ci sarebbe, invece, la legge elettorale che verrà. Il sogno è un ritorno al proporzionale. Intanto le due anime del partito, quella vicinissima al Cavaliere e quella «ministeriale» delle Gelmini, delle Carfagna e dei Brunetta affiora limpida, in trasparenza. In mezzo c’è Antonio Tajani che a Berlusconi è vicino sì, ma...
E gli azzurri veneti come si posizionano? Per molti vale il principio di una partita da giocarsi in solitaria. Sarebbe il caso del veronese Massimo Ferro e della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati decisa a tornare a Roma il prossimo anno. Difficile, per altro, dire no alla prima presidente donna di Palazzo Madama. E poi, ancora, c’è il bellunese Dario Bond e il rodigino Piergiorgio Cortelazzo che non risultano schierati apertamente. Fra i volti più attivi ci sono due padovane: Roberta Toffanin e Lorena Milanato. Entrambe rivendicano il valore del confronto interno al partito ma si dicono certe che i ranghi, prossimamente, si serreranno. Lo dice chiaramente Toffanin (molto vicina a Tajani e Anna Maria Bernini): «Sarebbe assurdo nascessero problemi in un momento in cui stiamo crescendo».
Un’impressione corroborata anche da Milanato che dice: «Lo senti negli incontri pubblici, alla presentazione delle liste, alcuni mondi si stanno riavvicinando al partito». In effetti, FI sta risalendo la china dei sondaggi e, in una coalizione di centrodestra quanto mai ai ferri corti si ritrova, una volta di più, potrebbe essere l’ago della bilancia. Lo spettro del partito unico con la Lega, però, rischierebbe di far traslocare proprio la componente «ministeriale». Verso dove? C’è chi scommette verso la naturale saldatura dei piccolissimi di centro: Azione, Italia Viva, Coraggio Italia. Il traguardo da tagliare contenendo i danni, per tutti, sono le prossime politiche con posti risicati dato il taglio dei parlamentari. E il Veneto che poteva contare sul peso massimo Niccolò Ghedini ed era abituato a farsi le liste da solo, nel 2023 potrebbe dover cercare un santo in paradiso. O , comunque, altrove.