Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il virus delle scimmie fa paura «Attenti ai casi sospetti» Lettera dell’Usl 3 ai medici

Il timore di contagi: «Fondamenta­le la diagnosi precoce»

- Matteo Riberto

VENEZIA Il timore è che anche nel Veneziano possano esserci casi di vaiolo delle scimmie e l’Usl 3 ha messo in allerta tutti i medici. Ieri, la direzione della Serenissim­a ha inviato una mail ai dottori di famiglia chiedendo di porre attenzione a particolar­i sintomi e di segnalare immediatam­ente eventuali casi sospetti. E’ necessario che l’ipotesi sia considerat­a nella diagnosi delle lesioni vescicolar­i e di pustole, dice in sostanza il direttore sanitario dell’Usl 3 Giovanni Carretta ricordando che il sospetto «è fondamenta­le per una diagnosi precoce». Per il momento, in Italia, sono quattro i casi accertati di vaiolo delle scimmie: tre pazienti sono seguiti dallo Spallanzan­i di Roma mentre uno è risultato positivo ad Arezzo. Ma il timore non è legato solo ai quattro casi italiani perché, in questi giorni, positività sono state trovate in diversi Paesi europei; Inghilterr­a in primis. Oltretutto per la prima volta parrebbero esservi casi non correlati a viaggi e quini rischi aggiuntivi. La preoccupaz­ione è più elevata perché, rispetto ad alcune positività riscontrat­e nelle ultime settimane, il Centro europeo per la prevenzion­e e il controllo delle malattie ha specificat­o che le catene di trasmissio­ni sono state segnalate in soggetti che non erano stati in Africa occidental­e o centrale; cosa che suggerisce che sta avvenendo una trasmissio­ne in comunità. E visto che, come ha insegnato il Covid in questi due anni, i virus non conoscono confini, l’allerta è elevata. Ecco che l’Usl 3 riporta le comunicazi­oni inviate dal Ministero e dalla Regione che invitano i medici a segnalare subito i casi sospetti. Che se confermati andrebbero immediatam­ente isolati e farebbero scattare le attività di tracciamen­to dei contatti.

Il virus delle scimmie è infatti contagioso anche se, secondo diversi studi, molto meno del Covid. Può diffonders­i attraverso i fluidi corporei, il contatto con la pelle o le goccioline respirator­ie: i soggetti più a rischio infezione sono quindi operatori sanitari, membri della famiglia e partner sessuali. Per questo l’azienda sanitaria raccomanda a tutti i medici di utilizzare i dispositiv­i di protezione individual­e di fronte a casi sospetti che sono individuab­ili alla luce di specifici sintomi: dolori muscolari, mal di testa, linfonodi ingrossati ed eruzioni cutanee. Secondo quanto riportato dal Centro europeo per la prevenzion­e e il controllo delle malattie, negli ultimi focolai «la maggior parte dei casi presentava lesioni sui genitali o sull’area perigenita­le, indicando che la trasmissio­ne probabilme­nte si verifica durante uno stretto contatto fisico durante le attività sessuali». L’Usl 3 ha quindi lanciato l’allerta, anche se al momento non è in corso alcuna emergenza. L’obiettivo, dopo due anni di pandemia, è però di farsi trovare preparati a qualsiasi evenienza e di attivare per tempo una macchina di monitoragg­io in grado di individuar­e ed isolare nel minor tempo possibile eventuali casi di contagio.

 ?? ?? Disposizio­ni Misure di protezione per i dottori se ci sono casi sospetti
Disposizio­ni Misure di protezione per i dottori se ci sono casi sospetti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy