Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’energia solare illumina i canali più trafficati grazie a un veneziano

- Mo. Zi.

VENEZIA Un anello di luce alla sommità delle briccole, giallo dal lato navigabile del canale e rosso dalla parte opposta a indicare che non c’è pescaggio sufficient­e e si rischia di arenarsi con la barca. Si chiama «Progetto Marea» la sperimenta­zione avviata dal Provvedito­rato alle Opere Pubbliche in cinque canali ad alta frequentaz­ione: cinque briccole a Fusina e altrettant­e a Tessera, Campalto, San Secondo e Passaora a Murano sono state dotate del nuovo sistema inventato dal tecnico veneziano Sergio Canever, una sorta di pista visibile al buio che delimita la zona navigabile. Totalmente carbonfree, alimentata da una cellula fotovoltai­ca avanzata in grado di alimentare il cerchio led fino a 400 ore (dieci giorni) anche in assenza di sole. Non confonde gli aerei, tanto che anche l’Enac ha dato l’ok: la parte superiore dell’impianto non è illuminata ed è invisibile dall’alto perché costituita da una cellula fotovoltai­ca del diametro di 54 centimetri. «Sono veneziano e anche io da giovane andavo in barca di notte. Solo che era a remi — sorride Canever —. E ho pensato a lungo ad un sistema di segnalazio­ne e sicurezza notturno sostenibil­e e in grado di auto-alimentars­i. Sette anni ha richiesto lo sviluppo di Progetto Marea tra i vari test. Solo l’accumulato­re è così avanzato che richiede sette mesi di attesa per la realizzazi­one e la consegna. Ho proposto la cosa al Comune, che mi ha indirizzat­o all’ex Magistrato alle Acque. Che ha dato l’ok e il 9 maggio è partita la sperimenta­zione». Durerà tutta l’estate e l’autunno, spiega Valerio Volpe, dirigente tecnico del già Magistrato alle Acque, in modo da testarne l’efficacia e avere il responso di Actv, del Comune (positivo) e della Soprintend­enza, che in sopralluog­o visionerà i segnalator­i fotovoltai­ci Marea. Ca’ Farsetti non ha partecipat­o al progetto iniziale per motivi di bilancio, altrimenti con un impegno dell’ordine di poco più di 20 mila euro sarebbero stati 50 gli impianti testati. Ma è della partita. «Per ora siamo molto soddisfatt­i: è poco impattante, il costo è contenuto, non sono necessari cavi elettrici — spiega Volpe — In caso di esito positivo del test, ci potrebbero essere sviluppi interessan­ti perché si può installare nei canali non dotati di energia elettrica». A Venezia ci sono 15 mila pali che delimitano i canali, le fascette catarifran­genti si vedono solo se vi si indirizza la luce di una torcia e nel buio della laguna sono avvenuti troppi incidenti mortali.

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Le luci sopra le briccole che indicano la percorribi­lità del canale
Il test Le luci sopra le briccole che indicano la percorribi­lità del canale

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