Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Javorcic: «Basi, identità, gioco Qui la dimensione è globale»
Nessuna dichiarazione roboante, com’è nel suo stile. Profilo basso e tanta determinazione. Il primo giorno di Ivan Javorcic a Venezia è girato sulla base delle cadenze che, in qualche modo, potevano essere attese.
Non c’erano dirigenti assieme al nuovo allenatore arancioneroverde, se non altro perché direttore sportivo e direttore dell’area tecnica devono ancora essere ufficializzati. Mentre sul secondo tutti gli indizi convergono sull’ormai ex difensore Cristian Molinaro, riguardo il primo il mistero regna fitto e neppure il presidente Duncan Niederauer, in collegamento video da Dubrovnik, ha contribuito a chiarirlo. «Oggi inizia una nuova fase del nostro progetto — ha spiegato il numero uno del Venezia — gli ultimi due anni sono stati molto impegnativi. Abbiamo condiviso momenti di delusione e di sconfitta, vogliamo costantemente migliorarci. Quando raggiungiamo un successo dobbiamo capire come gestirlo; quando affrontiamo un momento difficile questo ci deve spingere a migliorarci. Il nostro principale focus è la ripartenza della prima squadra.
Sono stati individuati anche i nomi di diesse e direttore dell’area tecnica, che verranno annunciati nei prossimi giorni». Ma ieri era il giorno dedicato alla guida tecnica della squadra, al pilastro di base da cui ripartire dopo la retrocessione dalla Serie A.
«Cercavamo un allenatore con gli attributi, che garantisse il giusto spazio a tutti i giocatori della rosa. Cercavamo una persona capace di comunicare e di dare un significato alla parola squadra. Un buon leader deve costantemente migliorarsi e Ivan rappresenta il modo migliore per competere ai massimi livelli». Javorcic, per chi lo ha potuto seguire nel suo percorso al Südtirol, non alza mai i toni e tende a un profilo basso che ne contraddistingue il credo. Dentro e fuori dal campo. «Il nostro incontro è stato la chiave di tutto — ha detto l’allenatore di Spalato — abbiamo parlato di calcio ma non solo, anche dell’approccio al quotidiano, della filosofia verso il lavoro e verso la vita. Il presidente e i suoi partner mi hanno dato la sensazione di una dimensione mondiale, come persone e come businessman. Molto stimolante, una sfida. Per me è stato un incontro chiave per decidere di intraprendere questo percorso. Di obiettivi abbiamo parlato nello specifico. Veniamo da una retrocessione il momento è delicato: dobbiamo ricostruire basi, mentalità, identità di gioco, feeling con i tifosi. Su questo dobbiamo lavorare. Il Venezia per la sua storia deve essere comunque ambizioso, quindi dobbiamo essere pronti a lottare per i massimi livelli. Questo anche se la prossima B sarà molto tosta». Le idee sono chiare sotto tutti i punti di vista. «Non mi piace parlare del mio calcio — chiarisce Javorcic — quello che serve sarà ricreare una mentalità e trovare intensità e ritmo. Se si vuole essere competitivi a certi livelli bisogna essere aggressivi e competitivi».
Il biglietto da visita della scorsa stagione rimane una difesa da record, appena 9 gol al passivo. «Serve un atteggiamento collettivo — sottolinea il tecnico — e bisogna concentrarsi sui giocatori che abbiamo. Io sono onorato che il Venezia abbia pensato a me, faccio parte di una generazione di allenatori di Spalato, spero di poter ripetere le gesta di Juric e Tudor. Ma una cosa alla volta, prima di tutto viene il Venezia».
"Javorcic Decisivo il colloquio avuto con il presidente: ci siamo trovati su tutto, anche sul nostro approccio alla vita
"Niederauer Volevamo un tecnico con gli attributi, che fosse un leader e che volesse migliorare: lui è l’uomo giusto