Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Dirigenti, un Venezia «nuove proposte» Molinaro sarà il dt, Donati dopo Collauto
Per De Kruijf il settimo anno con l’Imoco: «Siamo al top» Il diesse deve però completare il corso Figc
a Regina resta a Conegliano. Ultima conferma in casa Imoco, che dopo Wolosz, Fahr e De Gennaro si affida all’esperienza di «The Queen» Robin De Kruijf (in foto), 31 anni, per la settima stagione consecutiva. Ormai di casa l’olandese volante, protagonista di tutti i più prestigiosi titoli vinti da Conegliano in questi ultimi anni: quattro scudetti, un Mondiale per club, una Champions, tre Coppe Italia, cinque Supercoppe. «E voglio vincere ancora — assicura De Kruijf — qui si parte sempre con il massimo obiettivo. Ci saranno cambiamenti, ma con la squadra che la società sta allestendo saremo ancora al top. Ovviamente, come ogni stagione, anche le altre squadre si sono rafforzate, quindi dovremo lavorare duro e lottare ancora». Con la conferma di De Kruijf, l’Imoco ha già allestito metà del roster, che oltre alle quattro conferme vede l’innesto di Federica Squarcini e della top player Isabelle Haack. Di fatto un sestetto quasi completo e in cui De Kruijf sarà l’elemento di esperienza e qualità. «Certo, sarà un po’ strano tornare a Conegliano dopo questa estate e non vedere tanti volti che erano con noi da anni, ma credo proprio che la società abbia costruito di nuovo una grande squadra. E non ho dubbi che una volta che ci saremo conosciute e integrate sul campo, potremo fare grandi cose». Per lei sarà la settima stagione a Conegliano, un luogo che si fatica a lasciare. «Conegliano la sento come la mia seconda casa. Amo la società, i tifosi, lo staff e la squadra, sono molto felice di aggiungere un altro anno a quest’ultimo — chiude Robin — quando sono arrivata sapevo che il club era ambizioso, ma non mi sarei mai aspettata di vincere così tanti trofei e di fare quell’incredibile record di vittorie consecutive. Sono orgogliosa di far parte della storia dell’Imoco: una storia che non è finita, ci sono ancora pagine importanti da scrivere. Penso che Conegliano sia sempre stata molto competitiva e ambiziosa, la società è al top, ha sempre creato grandi squadre di ottime giocatrici e staff di altissimo livello».
Il ritorno, mesto, alle 4.15 del mattino, ha avuto come epilogo l’approdo notturno nel deserto dell’aeroporto di Tessera. Facce scure e le parole durissime, poco dopo la mezzanotte, dell’ad Alessandra Bianchi nella sala stampa del Barbera che risuonavano ancora nell’aria: «Abbiamo assistito – ha detto – a un approccio indegno, indecoroso e irrispettoso di tutti i tifosi che sono venuti a seguire questa partita decisiva».
Parole che hanno colpito nel segno tanti giocatori, in troppi ad essere mancati nel momento del bisogno, quando si doveva fare qualcosa di più, dimostrare di avere carattere e cambiare passo. Puntualmente, invece, quando il Padova ha avuto l’opportunità di migliorare il proprio destino, ha fallito fragorosamente. E non solo nell’ultima occasione della stagione. Ha fallito a Bolzano, quando si è trovato il match-point del sorpasso e ha deciso, per scelta precisa dell’allenatore Massimo Oddo, di evitare l’arrembaggio e di andare all’assalto solo nei venti minuti finali. Ha fallito con la Virtus Verona all’ultima di campionato, quando avrebbe dovuto comunque vincere per nobilitare una rincorsa che l’aveva portato a un metro dal traguardo. E ha fallito ancora, pur qualificandosi in virtù della miglior posizione nella regular season, al ritorno con la Juventus Under 23, graziata da Da Graca al ritorno all’Euganeo. E infine ha fallito all’andata e al ritorno con il Palermo, collezionando
Alla fine la decisione definitiva è arrivata. Rivoluzione copernicana per l’area tecnica del Venezia, che modifica in un certo senso l’intero assetto del club lagunare.
Come già trapelato nei giorni scorsi assumerà un compito di primissimo piano, nel ruolo che è stato di Paolo Poggi, Cristian Molinaro, che raccoglie così in maniera ufficiale il testimone dal suo predecessore, iniziando la carriera dirigenziale. Assieme a lui ecco l’ascesa del braccio destro di Alex Menta, quel Morris Donati che, a 32 anni, prosegue la sua strada verso ruoli sempre più importanti in società. Il direttore sportivo sarà, invece, formalmente, l’ex segretario Davide Brendolin che, essendo in possesso del patentino necessario all’esercizio della professione, ricoprirà un ruolo ad interim, in attesa che Donati consegua il titolo abilitativo a Coverciano. Confermata, dunque, la decisione di Molinaro di smettere con il calcio giocato, iniziando la carriera dirigenziale. Giunto al Venezia nel gennaio 2020, l’ex difensore è stato protagonista della storica promozione in Serie A, collezionando in totale 42 presenze. Prima di intraprendere la carriera di dirigente, Molinaro, 38 anni, ha vestito anche le maglie di Stoccarda, Torino, Salernitana, Juve, Siena, Parma e Frosinone, per un totale
● Cristian Molinaro sarà il nuovo direttore tecnico del Venezia, Morris Donati diventerà invece il nuovo diesse di 240 presenze in Serie A e 93 in Bundesliga, con due gettoni in Nazionale.
Quanto a Donati, dopo le esperienze con Empoli e Chievo, ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’area scouting del club nella passata stagione ed è iscritto al corso organizzato dal settore tecnico Figc per ottenere la licenza di direttore sportivo. Menta, 31 anni, è confermato nel suo incarico di Director of data and analytics, ruolo già ricoperto nel corso delle ultime due stagioni. «Come preannunciato in occasione della presentazione del nuovo allenatore
— ha detto ieri il presidente Duncan Niederauer — abbiamo scelto chi comporrà l’area sportiva del club. Il cambiamento porta con sé delle opportunità, e l’annuncio è in linea con questo spirito. La nostra filosofia si fonda sulla valorizzazione dei giovani professionisti: il nostro approccio decisionale continuerà ad essere basato sul contributo collettivo di un gruppo di persone con prospettive diverse. Anche l’annuncio di oggi è coerente con questa impostazione». Una linea, però, che di fatto appare in controtendenza con quanto detto da Niederauer a fine maggio («in A ci è mancata esperienza, cerchiamo qualcuno che colmi questo gap») e poi su allenatore («sarà italiano e avrà esperienza in B») e direttore sportivo («sarà italiano e dovrà conoscere la categoria») mentre per il ruolo di dt si è cercata una figura il più vicina possibile alla squadra.
Definito l’allenatore e i quadri tecnico-sportivi, non resta che dare spazio al mercato. L’attesa per capire il focus della prossima stagione cresce anche tra i tifosi.
"Niederauer La filosofia si fonda sul valorizzare i giovani professionisti, tutte le decisioni verranno prese con il contributo collettivo