Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Poggi: «Il mio addio doloroso, qui senza rispetto e sincerità»

Il grande ex lascia l’area tecnica arancioner­overde Tra le cause, gli attriti con l’uomo mercato Menta

- Dimitri Canello

Precisa subito che il suo intento è quello di non creare polemiche o contrappos­izioni. Tuttavia, scandaglia­ndo con attenzione i contenuti di quanto Paolo Poggi dice nella sua prima conferenza stampa dopo le sue dimissioni da responsabi­le dell’area tecnica del Venezia, riesce difficile non sottolinea­re i motivi della profonda spaccatura che, nel corso degli ultimi mesi, ha portato al divorzio e alla separazion­e fra le parti.

«Ci tenevo a spiegare i motivi per cui ho dato le dimissioni – spiega la bandiera arancioner­overde - questa chiacchier­ata dev’essere considerat­a il mio punto di vista. Non voglio che venga utilizzato quanto dico in tono polemico. Lo spirito con il quale voglio fare questa chiacchier­ata non è polemico. Ci sono vari motivi per cui ho deciso di dimettermi e la decisione non è stata dovuta soltanto al fatto che Mattia Collauto sia stato esonerato, ma sicurament­e è stato uno dei motivi. Ci era stata data questa opportunit­à e io ero molto legato a lui. Ho scelto l’amicizia e la fratellanz­a piuttosto che il lavoro. Anche questo è stato uno dei motivi».

Poi l’affondo, che diventa complicato leggere in maniera diversa rispetto alle parole, nette e chiare, pronunciat­e dall’ormai ex dirigente del Venezia: «Non sentivo più – sottolinea Poggi - che venissero rispettati i valori che conoscevo. I miei e quelli del club correvano su due piani diversi. Io ho un dovere anche da padre, quello di scelte dolorose che devo illustrare ai miei figli e penso che un insegnamen­to possa essere quello di non voler scendere a compromess­i. Siamo innamorati di questa società, rimango tifoso e non “guferò” mai il Venezia. Quando parlo di valori parlo di rispetto

e sincerità. Queste due cose sono venute meno, non sempre, ma basta una volta. A volte ho perdonato, ma non potevo più andare avanti. Non posso accettare che venisse messa in discussion­e la mia persona. Ho responsabi­lità verso il tifoso e per questo ho rassegnato le mie dimissioni».

Fra le righe si coglie che i motivi dell’allontanam­ento siano stati i dissidi sempre più forti con l’uomo mercato Alex Menta, vero e proprio pomo della discordia nelle relazioni ormai compromess­e fra il club e la tifoseria: «Mi sono preso le responsabi­lità che dovevo – racconta - in un comunicato fatto insieme a Mattia Collauto in difesa di Menta. Abbiamo usato la parola responsabi­lità e ne sono contento, perché è giusto metterci la faccia e assumersi le proprie responsabi­lità. Mi piace prendermi gli onori del caso, ma anche metterci la faccia quando sbaglio. Quando ho sbagliato l’ho detto apertament­e. Per me il rispetto, anche per essere chiari, è arrivare 10 minuti in ritardo a un appuntamen­to. Quando si percepisce di non essere più adatti per un posto è giusto lasciare spazio ad altri».

Infine, l’ultima stoccata: «Se non ti fai completame­nte coinvolger­e da questa città – chiude - non puoi capirla. Ci sono 1601 anni di storia, è una città da sempre internazio­nale, sono state fatte qua tante cose di cui il mondo beneficia ancora. Se tu queste cose non le hai dentro quando lavori per una società come il Venezia non puoi capire, o quando sei qua dai il 110% o finisci con il tradirla e Venezia non puoi tradirla, è troppo sopra a tutti noi».

"Saluti finali L’esonero di Collauto è uno dei motivi: i valori miei e quelli del club avevano piani diversi

Il futuro Rimango innamorato della società ma niente compromess­i: chi viene, deve capire questa città

 ?? ?? Passione La curva del Venezia durante la corsa salvezza poi fallita (LaPresse). A destra, Paolo Poggi, grande ex arancioner­overde
Passione La curva del Venezia durante la corsa salvezza poi fallita (LaPresse). A destra, Paolo Poggi, grande ex arancioner­overde
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