Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Brugnaro reagisce alle uscite da Coraggio Italia. Il partito con 19 deputati rischia di perdere il Gruppo
VENEZIA «Lasciamo da parte le polemiche di Palazzo o i retroscena più o meno fantasiosi. Il nostro obiettivo è lavorare compatti con l’obiettivo di unire tutti coloro che ai tanti bla bla bla dei politicanti di professione preferiscono la forza dei fatti. Questa è la vera rivoluzione. La nostra rivoluzione! Con Coraggio!». Luigi Brugnaro risponde così allo stillicidio di notizie e fuoriuscite dal gruppo alla Camera, l’ultima di Simona Vietina («Coraggio Italia ha fallito, lascio il partito»), che porta il partito fucsia sotto il limite di venti aderenti stabilito dal regolamento di Montecitorio. E quindi, addio gruppo, anche se si confida nelle decisioni dell’ufficio di presidenza. Nell’imminenza delle politiche del 2023, il movimento di porte girevoli tra formazioni centriste e di destra si è fatto vorticoso: Tiziana Piccolo uscita dal gruppo a Montecitorio il giorno in cui è entrata, per passare alla Lega; Gianluca Rospi e Matteo dell’Osso trasmigrati a Forza Italia, Claudio Pedrazzini (Misto), Maria Teresa Baldini (Italia Viva), la Vietina. E vabbé, perché non sono molto noti. Ma hanno fatto male le defezioni di Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino, passati ad Azione di Calenda (Misto). «Se i deputati pensavano che Brugnaro fosse un imprenditore alla Berlusconi che ci mette i soldi e garantisce la rielezione senza che loro facciano un cappero, hanno sbagliato i calcoli — spiega il senatore di Ci Andrea Causin — Brugnaro è un imprenditore che vuole il fatturato. Che in politica vuol dire costruire il consenso, le relazioni, incontrando, stringendo mani, facendo incontri». Portando voti. Il partito non ha eletto i suoi candidati a Mira, Mirano, Padova ma va al ballottaggio a Sabaudia, mette la sua prima bandierina a Santa Maria di Sala con Natascia Rocchi e calcola una media di consensi dell’8 per cento. Sopra ogni ambizione, considerato che è nato un anno fa. Sotto la soglia di garanzia di rielezione, mormorano tra i corridoi, sottolineando che mentre Renzi, Berlusconi e Calenda hanno risonanza nazionale, Toti e Brugnaro hanno un grande appeal locale. E che il partito ha due anime la cui dialettica sta arrivando alla resa dei conti ora che si lavora per strutturarlo sui territori: i politici di lungo corso si presentano con i foglietti con organigrammi e quote Fi e Udc, Brugnaro lavora ad una call nazionale per reclutare forze dalla società civile. «È un uomo in grado di sovvertire i pronostici», avverte Causin.