Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Keoulé e i regali per la futura sposa «Saranno i suoi ultimi ricordi»
La tragedia di via Dante. La rabbia del cugino: l’investitore dopo ha giocato a calcio
MESTRE In via Dante si vedono ancora i segni del disastro di domenica: l’albero spezzato, i paletti divelti, il lampione abbattuto. Ieri mattina, tra i passanti, molti si giravano verso quel punto della strada e poi stringevano gli occhi, pensando anche a cosa sarebbe potuto succedere in un altro momento, in un altro giorno della settimana. Domenica, nel pieno pomeriggio, un 36enne di Roncade, Alberto Crozzolin, sotto l’effetto di qualche stupefacente è sbandato con la sua auto travolgendo anche Dembele Keoulé, 24 anni, che stava tornando a casa in sella alla sua bici, dopo aver fatto la spesa per la cena. Trascinato dall’automobile ormai capovolta, schiacciato dal tronco dell’albero, per il 24enne non sono bastati gli sforzi dei sanitari del 118: è morto sul marciapiede a pochi metri dalla scuola Battisti.
Ieri, a Marghera, il dolore dei parenti per la perdita del 24enne si è dovuto dividere con il lavoro e la triste burocrazia che segue le tragedie, quasi senza avere il tempo di piangere, ma sconvolti dal racconto dei testimoni: «Ci hanno detto che l’investitore, subito dopo, è uscito dall’auto e si è messo a giocare con un pallone, come è possibile?», si chiede il cugino Salif. Crozzolin vive con i genitori, la sorella e la nonna paterna, in via Musestre a Roncade, nella Marca; i familiari hanno saputo solo ieri mattina cosa aveva fatto: lo avevano visto l’ultima volta alle 12 di domenica e poi di lui si erano perse le tracce. «Siamo sconvolti», si limitano a dire. Crozzolin è conosciuto nell’ambiente calcistico per il suo passato da centrocampista e difensore, ma le forze dell’ordine invece lo ricordavano per una serie di precedenti degli anni passati, da cui però sembrava essersi allontanato. Per capire che cosa abbia assunto domenica si aspettano ancora gli esiti di
Il tratto di via Dante con l’auto rovesciata e i rilievi delle forze dell’ordine laboratorio. «Abbiamo passato la giornata lì, sulla strada continua Salif - poi in caserma fino a notte. Ora tutti i documenti di Keoulé li hanno le forze dell’ordine, è anche un problema mandare avanti le pratiche per il rimpatrio in ambasciata».
Lui e un amico hanno saputo quasi subito dell’accaduto, ma inizialmente non ci potevano credere. I vicini, invece, quasi non hanno avuto il tempo di associare la notizia uscita sul giornale con il volto di quel 24enne che vedevano soprattutto la sera, quando rientrava dal lavoro in Fincantieri. «Oggi non c’è nessuno - riferivano anche dopo pranzo i residenti di via Fincati, accennando con la testa alle finestre aperte con le tapparelle abbassate - Sono usciti presto, andavano in questura». Domenica Dembele Keoulé alle 15 aveva raggiunto via Dante attraversando il sottopassaggio della stazione con la bici, aveva recuperato un pacco di riso dal suo negozio di fiducia e forse stava pensando a cosa aggiungerci per completare la cena. L’auto che l’ha travolto, devastando la via, non gli ha lasciato scampo. Il 24enne era in Italia dal 2014: operaio carpentiere in Fincantieri, era originario del Mali dove aveva ancora parte della sua famiglia e, addirittura, la fidanzata. Solo qualche giorno prima era infatti corso fino a Padova, accompagnato da un amico, per recuperare i biglietti aerei che l’avrebbero riportato nel suo Paese per sposarsi, a dicembre. «Aveva anche comprato qualche regalo per la futura moglie, cose che magari non si trovano in Mali. Ora saranno i suoi ultimi ricordi», aggiunge ancora Salif.