Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’investitor­e ai domiciliar­i «Sotto choc, non ricorda nulla»

L’uomo davanti al giudice non risponde. La famiglia del giovane ucciso parte civile

- Giacomo Costa

MESTRE Ieri si è presentato davanti al giudice per l’interrogat­orio, ma ha preferito non rispondere alle domande. Alberto Crozzolin, 37 anni, responsabi­le dello spaventoso incidente che domenica pomeriggio ha devastato via Dante, a Mestre, ed è costato la vita al 24enne Dembele Keoulé, non resta però in carcere: il gip Luca Marini ha infatti convalidat­o l’arresto ma ha anche accolto la richiesta del suo avvocato — ora nominato di fiducia — Gianpaolo Gottardo per la concession­e dei domiciliar­i. E, anzi, nei prossimi giorni il legale presenterà in tribunale anche la richiesta per consentire a Crozzolin di potersi recare al lavoro, anche se ovviamente non al volante di un’automobile. Non che sia necessario specificar­lo: la patente gli è stata immediatam­ente sospesa, vista l’accusa di omicidio stradale aggravata dall’assunzione di stupefacen­ti e dal tentativo di fuga che ha seguito lo schianto, così come ha formalizza­to la pm di turno Alessia Tavernesi.

I test antidroga, sia quello effettuato sul posto, domenica pomeriggio, sia quello di laboratori­o dei giorni seguenti, hanno confermato la positività del 37enne di Roncade, ma a differenza di quanto ricostruit­o in prima battuta dalle forze dell’ordine pare che nel sangue dell’uomo non ci fosse la dose appena comprata dagli spacciator­i del quartiere Piave, che invece è stata individuat­a tra i rottami della sua auto. Significa che Crozzolin avrebbe comprato due dosi, oppure che ancora prima di arrivare a Mestre era già sotto l’effetto di droga. Sulla questione, in realtà, c’è ancora da fare chiarezza, anche perché l’investitor­e sostiene di non ricordare pressoché nulla di quanto accaduto domenica in via Dante, stando a quanto riferisce il suo avvocato, infatti, l’uomo starebbe lentamente prendendo coscienza della gravità di quello che ha causato, una consapevol­ezza che monta mano a mano che legge i giornali che parlano di lui e delle reazioni della cittadinan­za. L’avvocato Gottardo ha anche precisato che i precedenti per rapina del suo assistito in realtà non sono tali: era stato sì denunciato per un episodio, ma il reato è stato poi derubricat­o e lui assolto dalle accuse. I passati problemi con la droga invece restano sospesi, e se è vero che proprio questo sarebbe il motivo che l’ha riportato a vivere a casa con i genitori, a Roncade, è altrettant­o probabile che sia proprio la presenza della madre e del padre del 37enne a convincere il giudice per i domiciliar­i. Sempre sul fronte legale, i parenti di Koulé che vivono a Marghera (zio e cugino) si sono rivolti nei giorni scorsi agli avvocati Guido Simonetti e Simone Zancani, che li assisteran­no nel seguire le indagini (in particolar­e le perizie di parte, che saranno disposte nei prossimi giorni e che non comprender­anno un esame autoptico, giudicato superfluo viste le circostanz­e della morte) e poi nel costituirs­i parte civile nel processo contro Crozzolin.

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La strada pedonale dove domenica è avvenuto l’incidente
Via Dante La strada pedonale dove domenica è avvenuto l’incidente

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