Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’attrice romana: «Ho conosciuto la poeta quando avevo 19 anni, che ricordo»

Asia Argento stasera leggerà «La pazza della porta accanto»

- Di Sara D’Ascenzo

Sempre all’Arsenale, nei suoi spazi all’aperto, alle ore 21.30 seguirà il primo appuntamen­to con «Late Hour Scratching Poetry», che unisce le parole di Alda Merini alle sonorità elettronic­he di Demetrio Castellucc­i Interprete d’eccezione della prima serata Asia Argento, 46 anni, attrice

● www.labienn ale.org

«La pazza della porta accanto sono io», diceva in un’intervista ad Antonietta De Lillo Alda Merini, la poeta (così si definiva) che da troppi anni non c’è più, ma che da stasera all’imbrunire, per tutta la durata del Festival Internazio­nale del Teatro della Biennale, che comincia oggi e durerà fino a domenica 3, riechegger­à negli spazi all’aperto dell’Arsenale di Venezia, recitato da attrici affermate o allieve dell’Accademia, scelte da ricci/forte, il duo di registi che dirige il settore Teatro. La prima a sarà stasera Asia Argento (Late Hour Scratching Poetry, biglietti su www.labiennale.org). L’attrice romana leggerà brani dal libro La pazza della porta accanto.

Asia, che rapporto aveva con Alda Merini?

«Ho conosciuto Alda quando avevo 19 anni. Ferdinando Scianna mi aveva scattato delle foto su cui lei aveva scritto delle poesie. Ci siamo incontrate in un pomeriggio di pioggia estivo a Milano, fumammo 100mila sigarette e mi dettò due poesie per me su un pezzo di carta, che purtroppo in questi quasi trent’anni di traslochi non trovo più, ma non dispero siano da qualche parte. Sentirsi vista, abbracciat­a dal suo grande spirito, è stato come se ci riconosces­simo l’una nell’altra. Mi rispecchio molto nella sua poetica, nella sua libertà, nelle sue scelte, nella sua sfrontatez­za , ma anche nel suo pudore».

Cosa vuol dire che ci si riconosce?

«Vedo immagini della mia vita quando leggo le sue parole. Gli uomini di cui lei parla, chi saranno? Titano era il senzatetto che faceva dormire da lei, Curcio era il brigatista. Anche io ho trovato questi uomini nella mia vita: affiorano immagini che appartengo­no a me, li ho fatti miei nel lavoro di ricerca della parola che ho fatto con i registi Stefano Ricci e Gianni Forte, che hanno fato grande illuminazi­one al testo e mi hanno aiutato a mettere una lente di ingrandime­nto sulle sue parole, da grandi maestri quali sono. Per un attore è importanti­ssimo sentire qualcosa dentro di sé, trovare un sentimento personale quando uno legge aiuta piu facilmente a far arrivare un’emozione. È così quando si “com-prende” un testo».

Merini diceva che per i bambini avere segreti e lati oscuri nei confronti dei genitori è salutare. Da madre e figlia che ne pensa?

«Lei è stata una madre che non è riuscita a vivere la maternità in maniera serena, come si può leggere dai ricordi delle figlie: era soprattutt­o una poeta, non una poetessa. Io sono cresciuta un po’ allo stato brado, i miei segreti non c’era nessuno che cercava di scoprirli. I genitori oggi sono un po’ genitori-elicottero che gravitano sulla vita dei figli cercando di evitare loro ogni problema. I lati oscuri non sono

Asia Argento e sotto, nella foto piccola, Alda Merini (1931-2009), una delle maggiori poetesse italiane. «Io non mi sento né una ragazza, né una pazza della porta accanto - dice l’attrice -. Forse non mi sento nemmeno una che ha la porta accanto»

"Mi dettò due poesie su un pezzo di carta, che purtroppo non trovo più

lati negativi, sono sempliceme­nte pensieri diversi e fuori dal coro. È giusto che i figli siano diversi, che facciano i loro errori, che noi genitori non siamo sempre un tappeto di salvezza pronti ad accoglierl­i, è giusto che cadano e si facciano male e imparino a rialzarsi. Certo dipende da quanto oscuri sono, ma io come madre cerco di essere una persona su cui sanno di poter contare, alla quale non devono per forza raccontare tutto. Sanno che se sono nei guai io ci sono materialme­nte, spiritualm­ente, per sostenerli, per cercare di ragionare insieme sui problemi che loro forse hanno ancora più di noi. Sono madre di un adolescent­e e di una teenager, non ho dimenticat­o quanto sia difficile sentirsi a proprio agio nella propria pelle. Lo stesso disagio che Merini provava anche da donna adulta».

Quando dice che è la pazza della porta accanto si riconosce?

«No. Merini è una donna che è stata rinchiusa in manicomio e chissà se ce n’era veramente bisogno. Io non mi sento né una ragazza, né una pazza della porta accanto. Forse non mi sento nemmeno una che ha la porta accanto».

Nel brano che legge Marini parla di «un presente amaro ma un presente di musica». Com’è il suo presente?

«Il mio presente non è amaro, ma è un presente di musica. Non conosco il mio destino, ma credo molto nella legge di azione e reazione: so che ogni azione che faccio avrà una conseguenz­a, buona o cattiva a seconda delle mie azioni».

Chi sono oggi le persone più importanti per lei?

«La mia famiglia e i miei amici».

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