Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Maddalena penitente» Il Canova ritrovato in mostra a Possagno
«La penitenza è finita. La nuova Maddalena di Possagno è una scoperta annunciata da memorie e fonti canoviane, che riappare dopo un lungo oblio». Parola di Vittorio Sgarbi, presidente di Fondazione Canova e del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della morte di Antonio Canova. Il volto in lacrime della peccatrice è misurato nella sua espressione, mentre è la lunga chioma che scende sulla schiena curva a sottolineare un corpo - e un animo ripiegato nel proprio dolore. È una tela che ha in sé una modernità tutta novecentesca la Maddalena penitente (1798-99) di Canova, dipinto ritrovato proprio in quest’anno di commemorazioni. L’opera è da ieri visibile al pubblico al Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, Treviso, esposta in una mostra-dossier che la pone in dialogo con la scultura della Maddalena penitente
La «Maddalena penitente» di Canova
conservata presso il Museo, con la quale il dipinto presenta analogie stilistiche e iconografiche. La Maddalena, una magnifica ossessione del maestro neoclassico che ne scolpì più di una. La più famosa si trova a Genova, a Palazzo Tursi. Un’altra è ricomparsa nel 2002 a Londra durante un’asta di sculture da giardino, dove un fortunato acquirente se l’è aggiudicata per poche migliaia di sterline: il 7 luglio sarà battuta all’asta da Christie’s, con una stima tra i 5 e gli 8 milioni di sterline. Ma ecco apparire una Maddalena olio su tela di 105x81 cm: «Il ritrovamento della Maddalena dipinta da Canova - evidenzia Vittorio Sgarbi - stabilisce un dialogo tra la pittura, il disegno e la scultura, in un solo pensiero del dolore e della penitenza». Oggi di proprietà di privati, il quadro era stato di recente sottoposto al museo canoviano per certificarne la paternità. Paternità che si è potuta confermare dopo un’accorta pulitura della tela che ha rimosso i vari strati di ridipinture che rendevano l’opera poco leggibile. L’attribuzione è il frutto dell’incrocio tra analisi scientifiche sul quadro, il confronto con altre pitture canoviane e ricerche di carattere storicoartistico. Fonti presenti nella biblioteca e nell’archivio del museo veneto documentano l’esistenza di un dipinto di Canova raffigurante la Maddalena. Quindi il verdetto, decretato dalla direttrice del museo di Possagno Moira Mascotto, condivisa da Sgarbi e da Stefano Grandesso, membro del Comitato di Studi della Fondazione Canova.