Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Le donne guadagnano la metà I giovani veneziani i più poveri

I dati sui redditi del Caaf Cgil: under 35 sotto la media veneta. Agiollo: crisi sociale

- Giacomo Costa

VENEZIA Le donne si fermano alla metà degli uomini, sia quando si guardano le pensioni che quando si prendono in esame gli stipendi. Mentre i giovani veneziani si devono accontenta­re di paghe inferiori a quelle dei loro coetanei veneti. Arrivati al sessanta per cento della campagna fiscale e quindi dall’alto di quasi 33 mila dichiarazi­oni dei redditi già elaborate, il Caaf Cgil di Venezia riesce a riportare una prima fotografia delle condizioni economiche di lavoratori e pensionati del territorio provincial­e. «Il reddito medio di chi si è rivolto a noi è di 24.857 euro lordi - dichiara Lucia Volpato, amministra­trice delegata del Caaf veneziano - Le donne raggiungon­o appena i 13.642 euro, con una differenza del 45 per cento con gli uomini, in crescita di cinque punti rispetto alla fase pre-pandemica». I lavoratori arrivano a 26.443 euro, i pensionati a 23.690 euro.

Le donne stanno molto peggio: le lavoratric­i hanno un reddito di 16.526 euro, le pensionate dichiarano 13.466 euro. Molto basse anche le dichiarazi­oni dei giovani lavoratori (under 35), i cui redditi sono di 18.106 euro; i peggiori di tutta la regione, dove la media è di 19.858 euro. In realtà la cifra è aumentata rispetto al 2021, ma lo stesso è successo a quella delle altre province, che quindi mantengono Venezia saldamente sul fondo della classifica (in cima c’è Vicenza, con quasi 21.300 euro, seguita in ordine da Padova e Treviso, entrambe intorno ai 20 mila euro). «Una tendenza che non crediamo verrà smentita quando la platea dei 730 sarà completata - chiude Volpato - e che dimostra come l’inflazione impoverirà molti cittadini». «L’ultima rilevazion­e effettuata nella provincia è di maggio e colloca l’inflazione al 5.8 per cento - si inserisce Ugo Agiollo, segretario generale Cgil - Sicurament­e le cose, da allora, sono peggiorate». Oltretutto, mentre i lavoratori sono tornati ai redditi del 2019, quelli delle lavoratric­i sono arretrati non solo rispetto all’anno che precede la pandemia, ma rispetto allo stesso 2020.

Il sindacato è preoccupat­o anche per le conseguenz­e a cascata: «È in corso una crisi sociale di portata inedita, che va affrontata come la prima di tutte le emergenze - insiste Agiollo - Ci sono provvedime­nti da assumere a livello nazionale, sostenendo i redditi più bassi e le fasce più deboli. Ma esiste anche un tema locale, che interroga le nostre

Appello La sigla: le istituzion­i locali devono fare qualcosa per i più deboli

istituzion­i comunali, provincial­i e regionali. Anche i fondi del Pnrr vanno investiti ponendosi come primo obiettivo la creazione di lavoro qualificat­o e ben retribuito, in particolar­e per le donne e per i giovani, che ogni anno lasciano il Veneto per cercare altrove la propria realizzazi­one».

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I giovani e le donne in provincia di Venezia hanno dei redditi decisament­e più bassi: per questo la Cgil ieri ha lanciato un allarme
In difficoltà I giovani e le donne in provincia di Venezia hanno dei redditi decisament­e più bassi: per questo la Cgil ieri ha lanciato un allarme

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