Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Assindustria-Venezia, Destro conferma: «Fusione a novembre»
Superato il test degli incontri zonali. Un sondaggio tra le aziende potrebbe decidere il nome
VENEZIA Assindustria-Venezia, a novembre le assemblee di fusione. La conferma, l’altro ieri nell’assemblea privata di Assindustria Venetocentro, tenutasi in parallelo a quella di Venezia Rovigo a Marghera, sul progetto di aggregazione a quattro è arrivata direttamente dal presidente, Leopoldo Destro, nel suo intervento davanti a 450 imprenditori sul progetto: «A tutti noi sta la responsabilità di essere parte attiva di una decisione, che il prossimo novembre lo renda possibile».
Il punto di non ritorno di fatto è superato e il progetto va alla chiusura, con le due assemblee (il 4 novembre, la data segnata in via provvisoria in agenda) e il via alla nuova associazione il 1. gennaio 2023. Dopo le assemblee dell’altro ieri, toccherà ora alla commissione tecnica che ha elaborato il progetto di fusione prepararne la versione definitiva da portare in approvazione ai consigli generali delle due associazioni, a settembre.
Tempi stretti, anche perché nei nove incontri zonali, tra maggio e giugno, da quel che si capisce, non sono emerse opposizioni al progetto. Non a caso Destro, nel suo intervento, ha fatto riferimento alle «centinaia di associati che hanno partecipato alle riunioni zonali, volendo capire, discutere, giudicare ed emendare il progetto. Ma soprattutto esprimere convinta adesione e incoraggiamento verso l’obiettivo».
Dichiarazione dietro a cui stanno due elementi. Il primo: nel via libera degli incontri zotore nali, la preoccupazione sostanziale emersa, da quel che si capisce, è che la maxi-associazione non perda il contatto con le realtà locali. La risposta data, qui, è quella dei contrappesi già previsti nella futura struttura di governo: i 4 vicepresidenti, uno per territorio, e le altrettante sedi, una struttura che sotto direttore e vicediretprevede responsabili di sede, la conferma delle delegazioni territoriali e dei raggruppamenti merceologici, anche con articolazioni per filiere.
Il secondo elemento è il sostegno alla costituzione di una maxi-associazione, con 4.900 associati e 260 mila addetti, un forte polo veneto per dialogare con Confindustria nazionale e le altre grandi territoriali. Su questo ha battuto nell’assemblea di Venezia, che ha tra l’altro eletto Michele Viglianisi vicepresidente e presidente del Comitato grande industria e Paolo Possamai consigliere generale per Save-Finint, il presidente Vincenzo Marinese, intrattenutosi poi in un originale dialogo col campione Adriano Panatta sul gioco di squadra: «Se giungeremo alla fusione, potremo contare su un forte sistema di rappresentanza verso politica, enti camerali, Università, che darà impulso alla crescita del Nordest».
L’aumento di scala, poi, garantirà servizi in più. Com’è già successo con la fusione Treviso-Padova, dimostratasi decisiva nella fase critica del Covid, ha rivendicato Destro nella sua relazione sull’attività. Il presidente si è riferito ai progetti della piattaforma on-line per prevedere i prezzi delle materie prime, al filone della nuova finanza con la creazione di un basket bond a febbraio, il sostegno alle imprese nell’accesso ai programmi Ue, ai progetti su capitale umano, innovazione e sostenibilità.
«Ma nel progetto - ha sostenuto ancora Destro - c’è anche una chiara visione di futuro, di dare identità e prospettiva ad un nodo di rango metropolitano per il nostro Veneto». Una prospettiva a cui il presidente di Treviso-Padova ha legato, di fronte alle previsioni di un taglio delle prospettive di crescita per il Veneto dal 4,2% al 2,4%, le richieste di un taglio del cuneo fiscale, di un tetto al prezzo del gas e di una chiusura ben fatta dei progetti del Pnrr, a fronte «del quasi mezzo milione di giovani veneti tra i 15 e i 24 anni che nel 2058 finiranno di ripagare i debiti».
Con un’ultima questione legata al progetto di fusione Assindustria-Venezia: la scelta del nome. Le ipotesi discusse si sono aggregate in tre possibili esiti: Assoveneta, sintetica e sulla falsariga di Assolombarda a segnare il peso della nuova realtà, ma che potrebbe trovare qualche obiezione a Roma; Confindustria VenEst, più moderna e orientata al progetto di prospettiva; Assindustria Venezia metropolitana, che proietta le provenienze intorno al progetto dell’area metropolitana, ma che non sembra scaldare il cuore a Treviso e Padova. Una delicata scelta finale, che potrebbe essere sciolta con un sondaggio tra gli associati.