Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Export, nuovo record a inizio anno Ma cresce il divario con l’Emilia
Vendite estere: +20% nei primi tre mesi. Ma i vicini accelerano
VENEZIA Le esportazioni della manifattura veneta nel primo trimestre di quest’anno sembrano aver abbondantemente recuperato i valori pre pandemici, tanto da risultare più robuste di oltre il 25% di quelle registrate tra gennaio e marzo 2022, dunque un periodo appena lambito dal Covid. Ma altre regioni, a partire dall’Emilia Romagna, accelerano di più. A parlarne è Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Veneto, in occasione della pubblicazione dei dati export rilevati dall’Istat nella prima frazione dell’anno. La manifattura regionale ha realizzato ricavi per 18,6 miliardi di euro contro i 14,8 di due anni fa mentre la corsa della regione a destra del Po è stata più rapida (+31%), superando la soglia del 20 miliardi dai 15,3 del 2020. Il dato di Confartigianato ritaglia la sola esportazione manifatturiera rispetto al dato Istat, che ha rilevato nel primo trimestre un dato complessivo di 19,2 miliardi di export veneto, rispetle to ai 16 di un anno fa, con un aumento del 20%. Un nuovo record. E con l’Istat che segnala VIcenza tra le province più dinamiche, ma anche come la vendita dei prodotti in metallo di Lombardia e Veneto spieghi da sola il 2,2% in più del +23% totale italiano e come la crescita veneta spieghi da sola oltre il 3% della variazione totale. L’Emilia Romagna però sale da 16,6 a 20,6 con una crescita del 24%; e la Lombardia cresce del 23%, passando da 31 a 38 miliardi.
Un divario che dunque si allarga, con l’Emilia Romagna, pure se il leader degli artigiani riconosce che la progressione regionale rappresenta «un risultato straordinario che conferma il notevole posizionamento delle aziende venete sui mercati internazionali, grazie alla qualità dei prodotti e all’offerta di servizi personalizzati per i clienti esteri». Oltre alla difficile rincorsa dei colleghi emiliani, però, Boschetto legge tra i numeri una crescita meno accentuata nelimprese medio-piccole dei comparti a maggior specializzazione (+18,2% contro +20%). «Sono convinto – aggiunge – che, a medio-lungo termine. saremo in grado di migliorarci ulteriormente se presenteremo alle aziende venete che ancora non esportano strumenti di formazione e accompagnamento all’internazionalizzazione come il bonus per l’Export Digitale Invitalia».
Un po’ poco, è il punto di vista di Katia Pizzocaro, fra gli amministratori di Paoul, realtà del calzaturiero di Saonara (Padova) specializzata nella produzione di calzature da ballo e cerimonia e per rievocazioni storiche e che prima del Covid fatturava circa 1,3 milioni. «Per il nostro ultimo sito abbiamo investito circa 30 mila euro – spiega la manager, che è anche presidente gruppo calzaturieri di Confartigianato Veneto – e oggi la componente di business che realizziamo online vale circa il 20% delle vendite. Se i ricavi nel primo semestre di quest’anno registrano una crescita dell’80% la componente di ecommerce nello stesso tempo risulta triplicata ed è grazie alle soluzioni sul web se, negli ultimi 10 anni, abbiamo raggiunto 10 mercati nazionali di destinazione in più rispetto ai 30 di prima». La vetrina e gli store online, in ogni caso, non possono più essere considerati ambiti opzionali da affiancare o meno alle reti di vendita tradizionali.