Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Gli ultimi sogni, il polo logistico e le torri
Uffici, negozi, residenze e un ipermercato Alì immersi nel verde, a pochi passi dal centro di Mestre, nei quattro ettari dell’ex ospedale Umberto I, il «buco nero della terraferma veneziana». È il sogno che Francesco Canella non è riuscito a vedere realizzato. Nel 2019, dopo il fallimento del gruppo Dng che aveva inizialmente acquisito l’area, Canella aveva comprato all’asta per 26,5 milioni di euro i padiglioni (vincolati) e tutti gli spazi che componevano un tempo il nosocomio cittadino. Era stato anche presentato un progetto iniziale, poi con la pandemia l’iter si è arrestato. Per ripartire con un nuovo modello di sviluppo: meno cemento e più verde. E con questo obiettivo è stato affidato il progetto al noto architetto del paesaggio portoghese Joao Ferreira. Di recente, all’inaugurazione del punto vendita di piazzale Candiani, confinante con l’ex Umberto I, il vice presidente del gruppo Gianni Canella aveva fatto capire che la meta era dietro l’angolo. E che a breve sarebbe stato presentato il restyling dell’intera area con cubature inferiori, appartamenti, negozi e appunto l’ipermercato Alì. Un piano di sviluppo che tutti in città sperano di vedere realizzato. Al contrario di Padova, dove sono fioccate polemiche per il progetto di ampliare polo logistico in modo che possa servire tutti gli Alì (117 strutture tra Veneto e Emilia Romagna). Si tratta di un intervento ritenuto innovativo: 50 mila metri quadrati (il 33 per cento dell’area) destinati a verde, altrettanto sarà destinato al fabbricato e gli altri 50 mila a parcheggi, in via Svezia a Padova. Un investimento di circa 50 milioni di euro, con una ricaduta stimata di almeno 100 milioni per tutto l’indotto. Per quel che riguarda invece la ricaduta occupazionale, Alì prevede che l’ampliamento del polo logistico nella città del Santo porterà a un’occupazione di circa 200 collaboratori, portando così a 900 i dipendenti del gruppo.