Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mille stagionali per il Veneziano: click day a marzo

Decreto flussi del governo. Trecento stranieri nell’agricoltur­a. Gli albergator­i: «Speravamo di più»

- A. Ga. - G. B.

Un migliaio di lavoratori stagionali in più per il Veneziano. Lo ha stabilito il ministero dell’Interno che nei giorni scorsi ha definito i giorni dei prossimi click day per l’assunzione (dall’estero, come prevedono le norme sull’immigrazio­ne) di stranieri per la prossima stagione della semina e del raccolto in agricoltur­a e per tutti quei settori — a partire dalla filiera turistica — che d’estate devono potenziare il proprio personale. A novembre, i datori di lavoro avevano potuto presentare le domande per il primo decreto flussi del triennio 2023-2025. Poi nelle verifiche di fine anno è emerso che alcune pratiche erano rimaste fuori, per svariate ragioni, e quindi è stata predispost­a un’altra tornata di click day. Inizialmen­te fissata a febbraio, due giorni fa il Ministero ha deciso di farla slittare a marzo, in tre date (18, 21 e 25 marzo a seconda della tipologia di contratto di lavoro), forse per cercare di chiudere o, in ogni caso, snellire le pratiche accumulate alla fine dell’anno. Il piano del governo prevede, in tutta Italia, 450 mila ingressi in tre anni (compreso il 2023) e quota parte spetta appunto alle province venete: a marzo si potranno convertire da stagionale a indetermin­ato 32 permessi, 2 per lavoro autonomo, 700 per stagionale e 300 sempre stagionale nell’agricoltur­a. In tutto 1034 contratti.

E se sul fronte dell’agricoltur­a, la città metropolit­ana non registra gravi carenze (le 300 quote, fa sapere Coldiretti, sono connesse a problemi di comunicazi­one informatic­a delle pratiche provenient­i da Chioggia e Cavarzere a novembre), il mondo del turismo sperava di ottenere qualcosa di più. Anche perché nel pacchetto dei 700 permessi c’è tutto, dal cameriere alla badante come anche l’operaio. «Peccato che i numeri sono questi — dice Pier Francesco Contarini, presidente degli albergator­i di Jesolo (Aja) — l’importante è che il provvedime­nto sia accompagna­to da un lavoro di gestione da parte della questura fluido». Fuori di metafora: «Speriamo che le nuove richieste non finiscano in coda alle altre che sono ancora in lavorazion­e». A fronte di un’atavica carenza di personale — «solo negli alberghi di Jesolo servirebbe­ro 5 mila stagionali, 10 mila in tutta la filiera turistica», spiega Contarini — andrebbero modificate le norme. «Chi vuole davvero lavorare va aiutato a farlo», aggiunge. Da Egitto, Tunisia, Bangladesh arrivano proposte di lavorare in cucina o come camerieri ma non è sempre facile assumerli.

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