Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

LE BANCHE E I CENTRI DECISIONAL­I

- Di Tommaso dalla Massara

Igiornali nazionali hanno fatto trapelare alcuni numeri, in tema di banche, che meritano attenzione. Le banche quotate italiane nel 2023 hanno riportato utili da record, con un aumento del 64% rispetto al 2022. In testa si collocano Unicredit e Intesa Sanpaolo. Ma è tutto il comparto ad aver vissuto una stagione eccezional­e. Sembra lontanissi­mo il tempo dei crac bancari che hanno drammatica­mente investito il Nordest. Eppure, proprio in questi giorni, un’inchiesta di Gabanelli per il Corriere della Sera ha ricostruit­o in modo assai puntuale le tappe e i numeri di quel tracollo. Dopo otto anni dalla débâcle delle banche venete, è ancora difficile dire quale sia, anche solo in via approssima­tiva, il valore reale delle perdite. Certamente, si tratta di un valore superiore agli undici miliardi di euro. Quest’immenso rogo di ricchezza è stato patito da circa 87.000 azionisti di Veneto Banca e da circa 118.000 azionisti di Popolare di Vicenza. Un’autentica polverizza­zione di risparmio, che ha generato, dopo tante titubanze e con colpevole ritardo, una reazione da parte dello Stato. Com’è noto, nel 2020 è stata messa in campo un’operazione massiva di rimborsi a favore degli ex soci. Quei rimborsi, per quanto parziali e sofferti (anche dal punto di vista della costruzion­e giuridica dell’operazione), sono costati allo Stato una somma ingente. Soltanto per considerar­e il Veneto, sono stati erogati 797,9 milioni di euro. Tuttavia, se posta accanto al danno, quella cifra appare paradossal­mente irrisoria.

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