Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Basilica a rischio nei weekend La «guerra» per 50 mila euro

Il Provvedito­rato non vuole spendere di più, ieri un vertice in Procurator­ia

- Alberto Zorzi

Qualche decina di migliaia di euro, al massimo 50 mila. E’ questa la cifra che sta facendo «litigare» Provvedito­rato alle opere pubbliche e Procurator­ia di San Marco sulla gestione della barriera di vetro che protegge la Basilica dall’acqua alta. Palazzo X Savi ha deciso: a mettere i cosiddetti «panconi», le paratie metalliche che chiudono i sei varchi presenti lungo le lastre di cristallo per consentire l’accesso ai visitatori della chiesa, saranno le imprese che sono al lavoro in piazza per le opere di impermeabi­lizzazione; ma lo faranno solo negli orari di cantiere, ovvero da lunedì a venerdì dalle 8 alle 17. Un’operazione su cui però la Procurator­ia – invitata come soggetto interessat­o – ha espresso il proprio disaccordo nella riunione del Comitato tecnico-amministra­tivo di mercoledì. Le questioni sono le stesse da due mesi, dopo l’«infortunio» dell’Epifania, quando nessuno chiuse i varchi e l’acqua entrò nel nartece: l’ente non vuole farsi carico della movimentaz­ione dei panconi, perché da un lato ritiene la barriera un’opera dello Stato che dunque deve essere gestita da quest’ultimo, dall’altro dovrebbe vincere le resistenze sindacali interne, anche perché è vero che ha del personale fisso in loco, ma si tratta di bigliettai o controllor­i.

In queste settimane in qualche occasione è capitato che siano stati loro a posizionar­e le paratie – che pesano alcuni chili e serve essere in due per l’operazione – ma la volontà era che fosse una soluzione a termine. Il Provvedito­rato però ha tirato dritto e si è presentato in Cta con questa proposta, che è passata con il dissenso della Procurator­ia. Quest’ultima lamenta anche questo, ovvero che sia mancata una condivisio­ne della soluzione e che tutto sia passato sopra la sua testa. E se il motivo, come pare, è economico, ecco che conoscere le cifre in campo fa capire come si stia litigando veramente sul nulla: il costo dell’ipotesi proposta dal Consorzio Venezia Nuova è di 74 mila euro all’anno (6 mila al mese) ed è evidente che garantire due giorni in più – per quanto possano essere dei sabati e domeniche e ci sia il tema della festività o della reperibili­tà – non può costare così tanto di più: c’è chi dice 20-30 mila euro, chi si spinge fino a 50. Tanto più che – dicono dal Palazzo Patriarcal­e – è curioso che lo Stato investa milioni di euro per restaurare i marmi e le opere della Basilica e poi per risparmiar­e pochi spiccioli si rischi di non fermare quell’acqua che le danneggia.

Ieri i procurator­i si sono riuniti per decidere la posizione da prendere. Pare sia stata esclusa anche un’altra ipotesi, ovvero di tenere chiusi i varchi da venerdì a lunedì, perché questo limiterebb­e l’accesso in Basilica a tutte le persone con difficoltà motorie. Un’altra riunione importante sarà il 21 marzo, quando i vertici dell’ente si incontrera­nno con i sindacati. «E questo sarà un argomento da trattare sicurament­e, perché nessuno ci ha detto nulla», dice Daniele Giordano, segretario generale della Cgil di Venezia. «Mi lascia basito e perplesso che dopo mesi di discussion­i non si sia arrivati a una decisione condivisa – commenta invece Devis Rizzo, presidente del consorzio Kostruttiv­a, che fa parte delle imprese che lavorano in piazza – E’ sorprenden­te che non si trovi una soluzione su una questione tutt’altro che complicata».

I nodi dell’operazione L’ente che gestisce la chiesa non vuole che se ne occupi il proprio personale. Rizzo: basito che non si sia ancora trovata una soluzione

sessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato —. Abbiamo lavorato in stretto raccordo con le categorie, in primis con Confindust­ria Veneto Est nella persona di Vincenzo Marinese, per definire un piano che è pronto a diventare realtà. Ora aspettiamo solo di avere tutti gli strumenti per realizzare un progetto che garantirà ai Comuni coinvolti un sicuro rilancio economico».

In base alle stime effettuate dalla Regione la Zls Porto di Venezia–Rodigino in dieci anni può produrre investimen­ti economici pari a 2,4 miliardi di euro, un aumento di 177 mila posti di lavoro, un incremento dell’export del 40 per cento e del traffico portuale dell’8,4.

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