Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Timori per i voti al Sud e premierato in ritardo Fino alle Europee l’Autonomia va ai box

- Di Silvia Madiotto

Se non si può chiamare «stop», almeno è un «dare la precedenza». L’Autonomia non scalda più i cuori, mettere fretta non serve. Per questo, nonostante l’intento del ministro Calderoli di approvare la riforma alla Camera entro aprile, il voto potrebbe slittare dopo le Europee di giugno. I leghisti veneti fanno buon viso a cattivo gioco, «dopo sei anni di attesa, un mese in più cambia poco», ma c’è sempre quella tensione latente, l’ipotesi di uno sgambetto, di un tentativo di dilazione. Come l’anno scorso, quando portare l’Autonomia nelle sedi istituzion­ali registrava di continuo piccoli ostacoli. C’è chi vede nella scadenza posticipat­a un tentativo di Meloni di non regalare ai leghisti una «vittoria» prima della campagna per Bruxelles, ma non c’è solo questo. Da un lato sono i Fratelli d’Italia a non accelerare, temendo che possa essere controprod­ucente alla luce delle proteste del Sud al solo pronunciar­e la parola Autonomia; dall’altra gli stessi leghisti, davanti a una battaglia che a livello di percentual­i (entrando nel concreto) non porterebbe più di un beneficio marginale, ritengono che mettere pressione non sia essenziale.

Ieri a Padova Matteo Salvini l’ha ovviamente difesa, ma senza troppo entusiasmo: «Sarà una riforma epocale, farà bene a tutta l’Italia. La faremo il prima possibile, ma l’importante è che arrivi e su questo la maggioranz­a è compatta». Insomma, fretta Salvini pare non averne: un mese, due, che cambia. A ribadire la tabella di marcia di Calderoli ci pensa quindi il presidente della bicamerale sul federalism­o fiscale a Roma, Alberto Stefani, segretario regionale del Carroccio: «La Lega sta lavorando giorno e notte per confermare il calendario che prevede l’arrivo in aula alla Camera ad aprile. Auspichiam­o che i colleghi di centrodest­ra siano dello stesso avviso. Per noi è una priorità». In Commission­e siamo alla fase delle audizioni, 80 quelle ammesse. «L’abbiamo approvata al Senato, è nel nostro programma - afferma Raffaele Speranzon, deputato di FdI -. E dopo l’Autonomia viene il Premierato, le due cose devono andare avanti insieme. Sulla prima abbiamo avuto uno sbarrament­o relativame­nte limitato da parte dell’opposizion­e, che invece sul Premierato sta facendo ostruzioni­smo. Ora ci stiamo occupando di questo, poi torneremo sull’Autonomia». Obiettivi comuni, tempi diversi. «La cosa importante è fare le cose per bene, non può esserci una scadenza temporale» dice la vicecapogr­uppo di FdI Elisabetta Gardini.

«Quando sarà discussa alla Camera verrà deciso dai partiti e dal presidente Lorenzo Fontana - sottolinea Flavio Tosi, deputato e segretario di Forza Italia -. È un provvedime­nto complesso e il governo ha anche delle urgenze da gestire. I tempi possono essere più lunghi, ma non troverà alcuna opposizion­e».

Alla Camera, i leghisti aspettano. «Il percorso è irreversib­ile, c’è una volontà trasversal­e, i tempi per approvarla entro le Europee ci sono» rileva Gianangelo Bof. Ed Erik Pretto: «Tutti i partiti della maggioranz­a sanno quanto sia importante, confido che possa essere approvata entro la primavera». Pretto sarà a Venezia lunedì con la commission­e

Senza fretta Per i Fratelli le due riforme devono andare di pari passo: «Non dobbiamo aver fretta»

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Ministro Roberto Calderoli, leghista, è il ministro dell’Autonomia e sta portando avanti la riforma. Il suo obiettivo è approvarla anche alla Camera entro aprile

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