Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ricatto a Balotelli, pena ridotta al legale Bucava le gomme delle auto in sosta Scoperta: ha 84 anni
False accuse di stupro, l’avvocato Imparato al centro del tentativo di estorsione
Il sexy ricatto è stato confermato anche in Corte d’Appello. La condanna di tentata estorsione ai danni del calciatore Mario Balotelli a carico dell’avvocato Roberto Imparato, in collaborazione con una sua cliente, è stata ieri ribadita dal giudice di Venezia. Il legale trevigiano, tutelato dall’avvocato Ernesto De Toni, è stato dichiarato colpevole: la pena gli è stata ridotta a 1 anno e 10 mesi (prima 2 anni e 3 mesi) e gli è stata concessa la sospensione condizionale. Imparato deve anche pagare 500 euro di multa e le spese processuali sia del primo che del secondo grado. Confermando il risarcimento che dovrà pagare al giocatore (difeso dall’avvocato Enrico Baccaro) ne è stata però ridotta la cifra: da 8 mila a 30 mila euro. Per la ragazza con cui ha «collaborato» l’avvocato Imparato, il procedimento è in fase di udienza preliminare con richiesta di rinvio a giudizio nel tribunale dei minori di Venezia.
La vicenda è cominciata nel 2018, quando Balotelli è stato denunciato da una ragazza
●
di Piave a Paese per stare più vicina ai suoi nipoti. È stata una tragica decisione».
Miglioranza, secondo la Andreatta, sarebbe stato «reticente nelle sue dichiarazioni», ha cercato di depistare gli inquirenti portando a processo dei presunti indizi su un altro
Bassanese (che allora aveva 17 anni) per violenza sessuale. Il calciatore aveva subito smentito: quella storia era falsa. Di questo si era convinto anche il tribunale di Brescia, che aveva fatto cadere l’accusa ai danni dell’atleta, ex giocatore di Inter, Milan e Manchester City, nonché della nazionale italiana. Balotelli ha poi contrattaccato depositando due denunce: una nei confronti della ragazza, l’altra a carico del suo legale. Secondo l’accusa formulata responsabile e la sua ricostruzione dei fatti presenta numerose contraddizioni. Il movente dell’incendio sarebbe stata l’assicurazione sulla casa e quello che avrebbe pensato di portare a casa con la copertura della moglie, che però era contraente della polizza e quindi non risarcibile. L’imputato, nelle ipotesi della procura, avrebbe impiegato 17 minuti a mettere in atto il piano: questo almeno dice la superperizia disposta dalla Corte d’Assise e firmata da Alberto Sturaro e Arnaldo Bagnato. L’incendiario, secondo i due esperti, avrebbe preparato 11 punti di innesco, 9 esterni alla casa e due internamente al primo piano utilizzando della benzina e dei blocchetti accendifuoco. Poi avrebbe acceso il tutto (prima a quelli posti fuori dall’abitazione e successivamente a quelli interni) e quindi sarebbe uscito definitivamente dalla casa. Il rogo avrebbe attinto il piano terra provenendo dall’esterno, prevalentemente dal campione, i due avevano architettato un ricatto per potergli estorcere 100 mila euro. Il piano era nato nel 2017 dopo che, a luglio, il calciatore e la ragazza si erano incontrati a Nizza. In quell’occasione Balotelli le avrebbe chiesto più volte se fosse maggiorenne e lei lo aveva rassicurato, mostrandogli anche la carta d’identità: il documento però apparteneva alla cugina. Avevano quindi avuto dei rapporti, a quanto pare con il dalle alberature. Le fiamme scaturite al primo piano sarebbero nate invece dagli inneschi posti al di fuori della camera e di un cucinotto. Il pubblico ministero ha quindi parlato delle intercettazioni telefoniche (un colloquio che era avvenuto con il fratello del presunto piromane) in cui un conoscente diceva che Sergio voleva liberarsi della moglie, arrabbiata con lui perché aveva dilapidato circa 150 mila euro in un investimento fatto con una donna rom che alla fine non gli avrebbe neppure restituito il capitale.
L’uomo avrebbe quindi preparato la «trappola», sbarrando la porta di uscita della lavanderia, che si trovava al piano terra cioè proprio dove le due vittime erano solite dormire. Franca Fava e Fiorella Sandre sarebbero asfissiate mentre cercavano inutilmente una via di uscita dal fuoco che presto le avrebbe raggiunte. consenso di entrambi. Qualche settimana dopo «Super Mario» le avrebbe negato una relazione: decisione che avrebbe fatto scattare nella giovane l’idea del ricatto, assumendo l’avvocato Imparato con il piano di estorcere denaro al giocatore.
Le motivazioni di condanna del giudice di Vicenza Claudia Molinaro, ora confermate anche dal magistrato veneziano, stabiliscono che Imparato fosse cosciente del fatto che lo stupro non fosse mai stato commesso e che, nonostante questo, avrebbe comunque tentato di estorcergli del denaro minacciandolo di depositare una querela nei suoi confronti, sottolineando come questa azione avrebbe potuto rovinare la sua carriera e danneggiarlo a livello mediatico. Ad aggravare la situazione proprio il fatto che Imparato è un avvocato: pur sapendo che l’accusa era infondata, ha deciso di provocare quello che il giudice definisce «un male ingiusto» per ottenere un profitto.
Confermati i sospetti dei cittadini di Cadoneghe, nel Padovano, che da mesi si interrogavano su chi potesse essere l’artefice dei ripetuti assalti alle gomme delle auto in sosta. È stato grazie alle numerose segnalazioni accumulate, addirittura dall’autunno del 2023, che i carabinieri sono riusciti a risalire all’identità dell’anziana 84enne che si ritiene essere la responsabile dei danneggiamenti, prevalentemente gomme squarciate. Agili e veloci sono le azioni riprese dalle telecamere e tutte mostrano la stessa cosa: una sagoma che in pochi secondi si avvicina all’auto si accuccia e ne colpisce violentemente la gomma con un oggetto, presumibilmente un cacciavite o un coltello. Per alcune basta un colpo, per altre lo pneumatico viene colpito anche fino ad 8 volte consecutive. Da quanto emerso sino ad ora non ci sarebbe alcun legame fra le vittime dei danneggiamenti. Nessun tipo di rancore personale, nessuno screzio. Oltre ad essere stata ripresa da alcune telecamere di videosorveglianza, ad indirizzare le indagini verso l’anziana sarebbero state anche le testimonianze riferite da alcuni cittadini direttamente ai carabinieri. La donna ha ammesso di essere la responsabile di fronte ai militari, senza tuttavia dare alcuna spiegazione sul perché si accanisse tanto sulle auto parcheggiate. La signora ha alle spalle una situazione di criticità già nota, per cui era già stata da tempo affidata alle cure dei figli. «Procederemo con la debita accortezza - , spiega il sindaco di Cadoneghe Marco Schiesaro - Là dove c’è una fragilità, la mia premura è che si agisca con coscienza».