Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Hutter seminferma alla guida in grado di sostenere il processo» La famiglia: condannati al dolore

A Belluno l’incidente probatorio. La difesa: incongruen­za inspiegabi­le

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C’era ieri in aula Angelika Hutter in tribunale a Belluno per assistere all’incidente probatorio sulla sua capacità di intendere e di volere al momento del triplice investimen­to mortale, avvenuto il 6 luglio 2023 a Santo Stefano di Cadore. Con l’aria dimessa, il volto scavato, magra e i capelli raccolti in una treccia, è arrivata accompagna­ta dalle agenti di polizia penitenzia­ria del carcere della Giudecca dove si trova detenuta da nove mesi con l’accusa di triplice omicidio stradale. Non sono venuti, invece, la mamma e il nonno materno del piccolo. Hanno lasciato trasparire il dolore con poche righe senza incrociare lo sguardo di chi ha portato via per sempre ciò che di più caro avevano al mondo: «Non ci sarà mai nessuna condanna, nessun risarcimen­to che potrà restituirc­i tutto ciò che abbiamo perso, saremo sempre costretti a sopravvive­re ogni giorno da quella maledetta giornata: un ergastolo», hanno scritto in una nota.

L’esito dell’incidente probatorio sembra, però, essere andato nella direzione da loro auspicata: Hutter, accusata di omicidio stradale per aver travolto e ucciso Mattia Antoniello di soli due anni, il padre Marco di 48 e la nonna materna Maria Grazia Zuin, aveva una ridotta capacità di intendere di volere al momento dell’investimen­to delle tre vittime in vacanza in Cadore. Ha,

● psichiatri­co, rimanendo in stato di detenzione fino alla sua guarigione. A sostenere la tesi della semi infermità mentale, c’erano in aula anche i consulenti delle parti civili, il professor Giuseppe Sartori e la dottoressa Matilde Forghieri con il collega Pierfrance­sco Monaco. «Prendiamo atto delle conclusion­i dei periti — affermano ancora i parenti delle vittime — e ringraziam­o la procura e il tribunale di Belluno per lo scrupolo e l’attenzione che ci hanno riservato».

Ora il fascicolo è tornato sul tavolo del pm che nei prossimi giorni chiederà il rinvio a giudizio di Angelica Hutter per il triplice omicidio stradale. E nell’udienza preliminar­e davanti al gip, si aprirà la partita tra accusa e difesa sul nodo cruciale del processo che riguarda lo stato mentale della trentaduen­ne al momento della tragedia. «A mio parere — ribadisce l’avvocato Triolo — c’è un’assoluta incapacità di intendere quando si è verificato il fatto». Per il difensore, il teorema dell’accusa non sembra stare in piedi: «Loro sostengono che al momento dell’omicidio stradale la capacità della mia assistita era grandement­e scemata poi, però, convengono che la Hutter fosse assolutame­nte incapace di intendere e di volere quando è salita sulla Audi e ha iniziato a guidarla prima di travolgere le tre vittime», continua. Per la difesa, si tratta di un’incongruen­za inspiegabi­le: «Faccio fatica a comprender­e come si può essere nello stesso momento capaci e incapaci di volere». Ieri è emerso anche che al momento dell’investimen­to, Hutter si trovava fortemente alterata da sentimenti fortissimi di rabbia e angoscia, originati dalla sua malattia mentale. Il difensore non si è voluto sbilanciar­e sulla scelta di eventuali riti alternativ­i.

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Marco e Mattia Antoniello, papà e figlio, e la nonna materna del piccolo, Mariagrazi­a Zuin, sono morti falciati dall’auto guidata dalla trentaduen­ne tedesca
Foto) Il 6 luglio a Santo Stefano di Cadore nel Bellunese Angelika Hutter (nella con la sua Audi ha investito una famiglia di Favaro che camminava sul marciapied­e Marco e Mattia Antoniello, papà e figlio, e la nonna materna del piccolo, Mariagrazi­a Zuin, sono morti falciati dall’auto guidata dalla trentaduen­ne tedesca

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